MARCO PICCOLO

ABOLIAMO LE REGIONI, PAROLA DI SCIENZIATI, RISPARMI ASSICURATI, SONO ENTI ARTIFICIALI, INUTILI, COSTOSISSIMI


Su un punto il nuovo e ingovernabile Parlamento italiano potrebbe votare addirittura all’unanimità. L’abolizione delle province. Ma la vera  “proposta per il riordino territoriale dello Stato” arriva dalla Società geografica italiana. In sintesi: abolizione di tutte le Regioni, anche di quelle a statuto speciale. Accorpamento delle province, che scendono dalle oltre 100 di adesso a 36. E trasferimento di tutte le competenze delle vecchie regioni alle nuove maxi province, che diventano l’unico gradino intermedio tra il Comune e lo Stato.  SPENDING REVIEW.   È POSSIBILE TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA SENZA FARSI MALE? SÌ ABOLENDO LE REGIONI Le Regioni sono enti artificiali  con confini artificiali e artificiosi. Senza una vera ragione storica, senza una tradizione culturale o economica a dare corpo e anima a quelle linee disegnate sulla cartina. Nella proposta dei geografi Milano si unisce a Pavia, Brescia forma un terzetto con Verona e Mantova, Pisa e Livorno finiscono sotto lo stesso tetto con l’aggiunta di Lucca, Massa, Carrara e La Spezia. Roma si fonde con Viterbo e Rieti, Napoli con Caserta, mentre Abruzzo, Umbria e Basilicata diventano di fatto province.  Un puzzle molto diverso dalla cartina d'Italia come la conosciamo oggi, anche, perché possono essere messe insieme anche province che appartengono a regioni diverse, visto che le regioni non ci sono più. Naturalmente sarà la politica a decidere quale delle due strade prendere». Sempre che non resti ferma davanti al bivio.
NOTA INTEGRATIVAGli episodi poco edificanti degli ultimi tempi dovrebbero costringere tutti quelli che hanno a cuore il futuro dell'Italia a una riflessione ineludibile: il sistema di governo locale è indifendibile e va cambiato con la massima urgenza. Non c'è quasi regione italiana che non sia stata investita da scandali connessi alla gestione avventurosa quando non truffaldina del pubblico denaro. Dalla Lombardia alla Sicilia, passando per il Lazio e la Puglia, è stato un susseguirsi di sordidi episodi di malaffare, sprechi, ruberie e simili. Ciò che i contribuenti versano all'erario è stato trattato come res nullius e utilizzato per arricchimenti personali e futili spese. È il momento di cambiare, ogni giorno di ritardo ci costa letteralmente milioni di euro.