MARCO PICCOLO

L'INVIDIA, IL PECCATO SENZA PIACERE, L'ARMA DEGLI STUPIDI, L'EMOZIONE TRISTE, SOFFRIRE DEL SUCCESSO ALTRUI


L'INVIDIA, nostra trista e miserevole compagna d'ogni giorno, è antica come il mondo. Nella Bibbia è scritto che fu a causa dell'invidia del diavolo che la morte si palesò..... Tra tutti i peccati capitali è l'unico che causa soprattutto sofferenza: non procura piacere e gioia, come la lussuria o la gola, ma dolore e infelicità.......MA QUANTO MI AMMIRI PER INVIDIARMI COSÌ
L'invidioso sperimenta il peccato senza il piacere. Il suo è un tarlo interiore che lo rode, una ruggine interna, una putrefazione del pensiero. La causa sta nel rovesciamento che produce: provare dolore per il bene degli altri. L'invidioso non è altro che un impotente deluso nella sua volontà di potenza, un fallito frustrato dal successo altrui, un orgoglioso sconfitto.  Per questo l'invidia confina con l'ammirazione. Kierkegaard scrive che l'invidia è un'infelice affermazione di sè, mentre l'ammirazione è un felice atto di resa. Anzi più è acuta l'invidia, tanto più l'invidioso è costretto a calarsi drammaticamente nella parte dell'ammiratore.