MARCO PICCOLO

PRIMA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA FELICITA', UN DOMANI SENZA PAURA, FELICI NONOSTANTE LA CRISI


"Un cambiamento profondo di mentalità è in corso in tutto il mondo. Le persone ora riconoscono che il 'progresso' non dovrebbe portare solo crescita economica a tutti i costi, ma anche benessere e felicità". Inizia così il comunicato delle Nazioni Unite, che oggi hanno proclamato la Giornata Internazionale della Felicità, per ricordare e promuovere una nuova priorità globale. "I 193 Stati membri" hanno infatti adottato "una risoluzione che chiede la felicità".  PROGETTO FELICITA'
Oggi è la prima "Giornata Mondiale della Felicità" istituita dall'Onu, e in tutto il mondo ci sono le prime iniziative per celebrarla.IL COMMENTO “Felicità raggiunta, si cammina / per te su fil di lama”. La felicità, sembra dire Montale, è provvisoria, possiede la natura dell'attimo. Ma  è un attimo che vince il tempo, giacchè si dà come esperienza di pienezza indicibile o, scrive Leopardi, come “una sorta di piacere infinito”. Una sospensione del tempo che si traduce in un sentimento di profonda armonia con se stessi e con il mondo: situazione limite che è più facile sperimentare che descrivere. La fenomenologia dell'innamoramento è forse quella che meglio si presta a evocare l'immagine della felicità, giacchè in essa si coniugano la sensazione di un potenziamento illimitato della propria individualità e, paradossalmente, l'impressione di uscire da sè, di fondersi e quasi di perdersi nell'altro, di fluire insieme al fluire stesso della vita; una vita in cui ogni contrasto è abolito e che si dà come energia pura, come piacere sospeso, depurato da ogni pensiero e progetto, sottratto appunto alla schiavitù del tempo. Anche per questo l'amore è associato alla morte, che è il luogo del compimento, della quiete oceanica in cui ogni mutamento, ogni ulteriorità non è neppure pensabile. Con le parole di Holderlin, chi è felice entra “dove nessuna forza della terra, / nessun cenno divino ci divide /... dove dimentichiamo pena e tempo / e non mai misuriamo con il palmo / un povero guadagno”.