MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA, LO SPECCHIO DELL'IO, L'ARTE DI DIALOGARE ALLO SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME


QUANTO conta, il riflesso di se stessi? Nello specchio, in una vetrina, negli occhi degli altri? Moltissimo, inutile negarlo: Narciso affogò in uno stagno, stregato dalla propria immagine, la contessa di Castiglione ad un certo punto della sua vita fece velare tutti gli specchi per non vedervi riflessa l'inevitabile decadenza….APPENA ALZATI, IL PRIMO SGUARDO VA ALLO SPECCHIO  DANDOCI L'IMPOSTAZIONE DELLA GIORNATA 
Il rapporto donna-specchio esiste da sempre ed è, da sempre, conflittuale: ma, proprio per questo, intensissimo. Difficile resistere all'attrazione ipnotica di una superficie che riflette la nostra immagine: Narciso insegna. Altrettanto difficile è accettare quell'immagine così come ci viene offerta quotidianamente, in tutti i suoi minimi dettagli, da quel giudice freddo e impietoso che è lo specchio. Il
primo sguardo, appena alzate, va a lui, l'amico-nemico che riflettendo fedelmente la nostra faccia darà l'impostazione della giornata: colorito terreo, occhiaie scure, bocca all'ingiù? Non aspettatevi granchè, a meno che non apparteniate a quell'eletta schiera che non si fa condizionare dall'aspetto fisico. Perchè se è l'umore che fa l'immagine, questa a sua volta si riflette sull'umore in una sorta di corrente alternata. Se una sta bene, si vede bene. Ma se una si vede bene, può anche star meglio. Perciò è molto importante imparare ad affrontare lo specchio e ad addomesticare la propria immagine. Capita, per esempio, che una si corichi lasciando riflessa un'immagine di sè splendida e la mattina dopo vi ritrovi l'esatto opposto. Lo specchio offre sempre la verità, non si appanna cavallerescamente. Eppure, siamo tutti alla sua mercè. Così capita, per strada, che una vetrina vi rimandi all'improvviso un'immagine rubata in un istante di disattenzione: viso pallido, tirato, sguardo atono, spalle cadenti. Mio Dio, ma quella sono proprio io? Possibile? Sì. Esistono piccole regole su come affrontare lo specchio. Mai prenderlo di petto, cioè di faccia. Meglio avvicinarsi a gradi, mettendosi magari di profilo, gli occhi ben aperti e un accenno di sorriso: proprio come si fa per una fotografia. È opportuno preparare la faccia che ci fa piacere vedere riflessa, piuttosto che farsi sorprendere dal proprio riflesso, sul vetro. Inoltre, cercate di ingraziarvelo con luci rosa, angolate, per ottenerne in cambio un'immagine dolce, romantica, soffusa di mistero. Guai a piazzare gli specchi in piena luce o diventano impietosi mettendo in risalto rughe e zampe di gallina senza lasciare nessun dettaglio nell'ombra. E guai a usare specchi con le ante laterali che contraddicono dietro quello che affermano davanti, riflettendo una faccia passabile e un profilo col doppio mento, come nelle foto segnaletiche della questura. Se volete imparare a convivere con lo specchio, cercate di adattarlo alle vostre esigenze: visto che un buon rapporto con lo specchio è importantissimo per l'equilibrio psichico e bisognerebbe imparare sin da piccoli a dialogare con la propria immagine.