MARCO PICCOLO

IMMAGINE DEL CORPO, ADOLESCENTI, QUARANTENNI, NUDE DAVANTI ALLO SPECCHIO, ESSERE & BENESSERE, SALUTE & MALATTIA


Dalla quotidianità spettacolarizzata e drammatizzata della cronaca giornalistica o dei diari autobiografici di malate più o meno celebri, passando attraverso l'uso stereotipato di corpi magri come esemplificazioni adottate per trattare di anoressia, bulimia o binge...  SPECCHIO DEI TEMPI 
Fino a qualche tempo fa i disturbi alimentari erano un problema che riguardava soprattutto le adolescenti. Adesso avanza un nuovo esercito di «malate»: le quarantenni. Anoressiche «attempate» che, complici anche i modelli di corpi femminili immortalati sulle copertine, hanno deciso di punire e punirsi digiunando. Ma queste signore in cerca di una giovinezza che sfugge o di un amore che non deluda, o di una soddisfazione che non arriva, hanno spesso anche un altro modo di manifestare la loro ansia, la loro infelicità: il «Binge eating». Ossia strafocarsi di bignè, pasta, pizza, ma anche resti di frigorifero, senza poi correre in bagno a vomitarli. Insomma una nuova declinazione della bulimia. Un modo per farsi del male, ingrassando e rifiutandosi. Il cibo come veicolo di piacere e di amore. E per questo più difficile da espellere, da cacciare. Meglio conservarlo, anche in forma di orribile rotolo. Una consolazione per il cuore, una cicatrice allo specchio. Ma quale conta di più?