MARCO PICCOLO

L'OPINIONE DELLA NOTTE, TRAGEDIA A LE MANS, ALLAN SIMONSEN, UOMINI E NO, L'ANIMA E LA PISTA,


Allan Simonsen,  pilota danese,   è deceduto al terzo giro della 24 ore di Le Mans al volante di una Aston Martin. Simonsen ha urtato violentemente le barriere alla curva Tertre Rouge, un tratto molto veloce della pista. Aveva 34 anni e lascia un figlio...  SULLA PISTA UNA LUNGA SCIA DI SANGUE
 Cosa vuol dire che è proprio il pubblico ad essere affascinato dall'ala della morte incombente sul PILOTA più che dalla situazione sportiva? Con questa logica aberrante si arriverebbe a giustificare il reimpiego dei gladiatori, l'urlo della folla per la lama che affonda nella gola del vinto. Nessuno pretende di attentare allle corse automobilistiche e neanche di sminuire l'importanza di una gara sportiva, l'intelligenza, il coraggio, la bellezza... Resta il dovere di fare l'impossibile per evitare l'inseguimento del pericolo per il pericolo, ma soprattutto per salvaguardare le ragioni dell'umana decenza. Un morto è un  morto e non può essere cancellato disinvoltamente dal rombo dei motori, non può essere schiacciato perchè assomiglia ad un insetto loricato. La sospensione di una corsa dopo una catena di disastri è certo più accettabile eticamente che la sua continuazione. Fino a prova contraria è l'uomo a includere lo sportivo, il politico, l'artista, l'impiegato e non viceversa, sono i suoi imprescrittibili valori assunti dalla nascita a prevalere. Altrimenti non si capisce più niente, vincano il fanatismo e l'egoismo, quella che si vuole una nobile gara di uomini giovani e forti si apparenta alle più belluine vicende della cronaca. In tutta questa storia di interessi a formula esponenziale, di ipocrisie e di banalità concettuali va apprezzato il gesto di quel pilota  che ha deciso di non correre perchè non si "sentiva a posto con la testa" . Ce ne fossero tanti a dar fuori di testa in certe occasioni. Sarà ben permesso turbarsi davanti ad un pilota caduto, continuare a considerarlo un uomo, uno di noi, anche se ha scelto come mestiere l'azzardo, anche se molti lo volevano "mostro".