MA COME TI VESTI?!
Il primo capo di abbigliamento di cui abbiamo conoscenza risale al Paleolitico superiore, quindi a 25.000 anni fa, ed è rappresentato da una particolare fascia che pende dalle natiche fino alle
caviglie, indossata dalla cosiddetta Venere di Lespugue. Apparentemente questo particolare genere di indumento non ha alcuna utilità, ma eroticamente sembra esercitare una funzione attrattiva, perché focalizza l'attenzione su una parte del corpo. Il nudo ha bisogno, per risultare eccitante, di qualcosa che ne spezzi la monotonia visiva: un triangolino di stoffa sopra il pube, una giarrettiera, una collana, dei braccialetti. Un'altra Venere preistorica, coeva alla precedente, detta di Willendorf, indossa infatti braccialetti prettamente civettuoli intorno alle esili
braccia. Il fascino della biblica Salomè non proveniva dalla danza, ma dai veli che le coprivano il corpo. Plinio ci riferisce di un certo sarto, di nome Panfilo, che aveva scoperto il segreto della stoffa di Frine. «Egli,» scrisse Plinio, «aveva creato una stoffa trasparentissima come il vetro, affinché le donne potessero esibire quelle parti del corpo che consideravano attraenti e affinché le nostre figlie fossero vestite in modo che la loro nudità si potesse vedere e non vedere.» Ecco, l'intravedere e l'evidenziare una determinata parte del corpo, eccitando la fantasia, fanno parte dell'erotismo dell'abbigliamento. Le ragazze cretesi di circa 5000 anni fa erano abbondantemente vestite con larghe e lunghissime sottane, ma mostravano il seno, che veniva accentuato nel solco intermammario da stretti corsetti. Il sottile fascino dell'abbigliamento, a parte la funzione pratica di protezione dal caldo o dal freddo, sta nell'esortazione della fantasia.