MARCO PICCOLO

IL GRANDE IMPOSTORE (seconda ed ultima parte)


I precedenti del piumato e colorito millantatore sono documentati negli archivi della Giustizia, del Museo Lombroso e nelle pagine di qualche pubblicazione d'epoca. 
 Il grande impostore, il non dimenticato personaggio della cronaca degli Anni Venti che suscitò l'interesse di illustri criminologi e di persone di cultura, non ultimo il giovane Italo Cremona è Edgardo Laplante, figlio di una indiana canadese nata da un capo indiano detto Red Blanket, emigrata negli Stati Uniti dove sposa Arturo Laplante,
 un bianco. Iniziata la sua carriera artistica a New York come tenore, il giovane Edgardo assume il nome di White Elk, Cervo Bianco, identità fraudolenta che lo accompagna durante parte della sua vita nei Music Halls di Londra, Parigi, Bruxelles, Marsiglia e Nizza dove incontra una ricca contessa con la quale inizia (1920)  una nuova tournee professionale e amorosa nell'Italia fascista e credulona non più di oggi e pertanto disponibile a dare credito ad esemplari umani come quello del suo capo tribù. La vicenda umana di Cervo Bianco è costellata da prodigalità in linea con i gusti del tempo nonchè ai danni della ben fornita famiglia della contessa. La quale ad un certo punto, spossata economicamente e sentimentalmente, e messa sulla pista di una precedente relazione del Laplante - forse la moglie e la figlia - lo denuncia alla magistratura, che dopo un processo lo condanna alla prigione. L'idea della vita come farsa non esclude quella dell'esistenza come tragica e pietosa recita di una parte, in forma matura e definita, per compiacere al prossimo e alla collettività.