MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA, DARE UN SENSO ALLA SOFFERENZA, GUARDANDO IN FACCIA IL DOLORE, SI IMPARA LA PIETA'?


In un mondo ormai reso un villaggio globale, la sofferenza è sempre più in prima pagina. Ogni giorno tv e giornali riversano nelle nostre case un rosario di drammi umani e sociali, dalle catastrofi naturali che devastano i Paesi poveri alle guerre e ai conflitti etnici in varie parti del mondo; dai morti di Lampedusa  alle condizioni di fame e di miseria di intere nazioni....I TEMPI DEL DOLORE
La sofferenza diventa uno spettacolo quotidiano, servito sovente nel momento del relax o della ricomposizione familiare. La continua esposizione ai drammi dell'umanità può produrre reazioni diverse. Qualcuno rischia di assuefarsi alle immagini ed è tentato di cambiare canale per evitare di intristirsi maggiormente. C'è anche chi trae da questo spettacolo un piacere solitario, in quanto si scopre risparmiato dalla diffusione del dolore. Altri rimangono colpiti dalle sequenze della sofferenza, e si commuovono, consumando dentro di sè sentimenti controversi o attivandosi immediatamente per qualche causa. Molti si chiedono la ragione della continua esposizione della (e alla) sofferenza, che richiama la complessità delle cause che la generano e che alimenta un senso di scoramento e di impotenza. Nella modernità avanzata, le aspirazioni altruistiche sembrano concentrate nell'azione umanitaria, anch'essa conosciuta dalla popolazione perlopiù attraverso i mass media. Questi, dunque, non veicolano solo i drammi del mondo, ma anche quella mobilitazione collettiva dal basso che si produce in reazione allo spettacolo della sofferenza.