MARCO PICCOLO

SCELTI PER VOI, L'OPINIONE,


C FACTOR
 Osserva MASSIMO GRAMELLINI:  Il 22 ottobre scorso, il primo ministro delle lasche intese Enrico Letta annunciò in televisione : «Abbiamo deciso di assumere cinquecento giovani laureati...». Entusiasmo e festeggiamenti nelle case di migliaia di neolaureati: ma allora è vero che con la Cultura si mangia. Poi è uscito il bando ufficiale e si è scoperto che non di assunzione si trattava, ma di tirocinio per dodici mesi (non rinnovabili). I "fortunati" vincitori di C Factor lavoreranno, fuori sede,  a tempo pieno per 416 euro lordi al mese, senza ferie né buoni pasto. Considerato che a Roma un  posto letto in periferia  ne costa almeno 400, netti e possibilmente in nero, il vero requisito per gli aspiranti digitalizzatori non è la laurea con il massimo dei voti né la buona conoscenza dell’inglese, come recita il bando, ma una famiglia benestante alle spalle che sia in grado di mantenerli per un anno nella Capitale. La famosa uguaglianza dei punti di partenza. La globalizzazione che doveva esportare la democrazia occidentale in Asia ha importato lo sfruttamento asiatico in Occidente. Negli Usa le aziende tornano a investire in patria perché gli americani stremati dalla crisi accettano compensi indonesiani. Così diminuiscono i disoccupati, ma non i poveri. L’articolo 36 della Costituzione Italiana recita: «Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa». Buona questa.