MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA, DIALOGO: IO PARLO E TU STAI A SENTIRE, LE RAGIONI DELL'ALTRO, SOCIETA', GOVERNO, POLITICI


Spesso il dialogo si risolve in monologo: io parlo e tu stai a sentire, tu parli e io non do retta, comunque faccio quello che mi pare. C'è da stupirsi?  IL DIALOGO E' APERTO? 
LE invocazioni al dialogo si moltiplicano (riaprire il dialogo tra sindacati e governo, ristabilire il dialogo tra governo e opposizione, noi cerchiamo il dialogo, loro non vogliono il dialogo, nel dialogo si potrà, senza dialogo è scontro, si eccitano i movimenti grillini e dei forconi, eccetera), ma almeno sinora pare che per il governo il dialogo sia più che altro una forma d'intrattenimento, una cerimonia d'opportunità e di cortesia, un'occasione di diplomazia, una variante di conversazione senza conseguenze, una perdita di tempo da affrontare con paziente sopportazione perchè non si possa dire che son mancate buona volontà e disponibilità. Al dialogo (o a qualcosa di simile) il governo sembra poter pensare di ricorrere unicamente se viene meno il rapporto di forza, quando mancano i voti al Senato. Altrimenti il dialogo si risolve in monologo: io parlo e tu stai a sentire, tu parli e io non do' retta, comunque faccio quello che mi pare. C'è da stupirsi? Son sempre stati questi i comportamenti dei governi di destra e di sinistra, quindi pure del nostro governo attuale.