MARCO PICCOLO

PSICOLOGIA FORENSE, DIRITTO, ROTA ROMANA, VALERIA MARINI, SESSO, RICHIESTA DI NULLITA' MATRIMONIALE, MATRIMONIO NON CONSUMATO


MATRIMONIO RATO MA NON CONSUMATO? Ecco tutta la verità sulla separazione dell'anno, quella tra Valeria Marini e Giovanni Cottone: "Il matrimonio non è mai stato consumato". Lo rivela la stessa showgirl, che dice: “Ci siamo sposati per amore e in nome di quell'amore ci separeremo consensualmente”. E in attesa dell'annullamento richiesto alla Rota Romana (che un tempo si chiamava SACRA ROTA) , che nessuno parli di Antonio Brosio come di un toy boy....... DOVE C'E' MATRIMONIO SENZA SESSO.... CI SARA' SESSO SENZA MATRIMONIO 
Le nozze della Marini, celebrate in pompa magna il 5 maggio dell'anno scorso, al cospetto di ben 700
ospiti e metri e metri di velo si sono consumate nel giro di 12 mesi, anzi non vi sarebbe mai stato matrimonio di sorta!   Afferma infatti   la showgirl: "... il nostro matrimonio non è mai stato consumato. Per questo  abbiamo chiesto l'annullamento alla Sacra Rota". Nell'attesa, come è comprensibile, la burrosa Valeria  sente l'irresistibile  bisogno di circondarsi di amici e di persone che le vogliono bene.  In particolare di  Antonio Brosio, imprenditore 11 anni più giovane di lei (lui ne ha 36, lei 47), che i rumors definiscono già il suo toy boy.
NOTA PSICOLOGICO FORENSE: MATRIMONIO NON CONSUMATO Secondo la legge cano­nica il matrimonio non è consumato se i coniugi non hanno compiuto tra loro l'atto per sé idoneo alla generazione della prole, al quale il matrimonio è ordinato per sua natura, e per il quale i coniugi diventano una sola carne. L'inconsumazione del matrimonio generalmente è dovuta a una forma di impotenza funzionale la cui perpetuità non si può provare. Può essere do­vuta anche ad altre cause. Anche persone norma­lissime nelle loro attività generative possono, per vari motivi, non consumare il matrimonio. PER LE PROVE DELL'INCONSUMAZIONE SONO APERTE TRE VIE. La prima può provare da sola, le altre due sono complementari: 1. La prima via è costituita dalla cosiddetta prova per tempi ristretti: quando i coniugi non hanno mai coabitato o almeno non sono mai stati soli. La presunzione della consumazione, fondata sulla coabitazione, cade ogni qualvolta si può di­mostrare che tale coabitazione non è mai esistita. Questi casi, RARI PER VERITÀ, si possono verificare soprattutto nei matrimoni per procura. 2. La seconda via è costituita dalla prova della inconsumazione per mezzo dell'argomento fisico: quando DALLA ISPEZIONE FISICA RISULTA CHE NON FU MAI POSTO UN ATTO CONIUGALE COMPLETO. La prova si desume generalmente dalla integrità della donna. 3. La terza via, la più comune, è costituita dalla prova della inconsumazione per mezzo dell' argo­mento morale che da solo può produrre la certezza morale sul fatto della inconsumazione. L'argomento morale è dato dalla testimonianza giurata e concorde dei coniugi, nonché dai testi che in tempo non sospetto hanno avuto dai co­niugi medesimi confidenze sulla inconsumazione del matrimonio. La prova testimoniale sarà molto aiutata dalle circostanze, fondate soprattutto sulle cause dell'inconsumazione.