MARCO PICCOLO

PSICOLOGIA FORENSE, PSEUDOLOGIA, LA BUGIA PATOLOGICA, BUGIARDI NATI, QUANDO PARLARE E' MENTIRE, MENZOGNA,


Molti reputano il mentire   come un atto fisiologico che permette una certa sopravvivenza , soprattutto, in ambito sociale.....  La bugia consente di difenderci da critiche, ci permette di mostrarci al meglio davanti alla gente e, in molte occasioni, ci permette di ottenere dei risultati.... I "FORZATI" DELLA BUGIA 
Quando la menzogna diventa sintomo di patologia? Vi sono delle condizioni in cui si può perdere il contatto con la realtà, trasformando una bugia in verità assoluta, almeno nella mente di chi la racconta.  Inoltre, una menzogna, se reiterata, si trasforma in realtà.  In questo caso, la bugia patologica può avere due vie:  evolversi in una perdita di contatto con la realtà o in una trappola autoindotta. Nella prima il soggetto si trova immerso all’interno di una realtà che percepisce come frustrante, monotona e, spesso, routinaria. Tale condizione appare insopportabile ed il soggetto tenta di evadere costruendo, a livello immaginario, realtà parallele, contornate da dimensioni insolite e che suscitano, non solo in se stesso ma anche nell’eventuale ascoltatore, reazioni di meraviglia, perplessità e altre forme di emozione. Questa realtà risulta più gratificante e solo l’idea di abbandonarla per tornare a quella precedente crea reazioni di angoscia intollerabili. Il soggetto, per difendersi da questa reazione, si sente costretto a rinforzare la sua fantasia, contornandola di altri dettagli verosimili per il suo sistema di credenza e lo fa al punto tale da abbracciare totalmente  questa nuova realtà costruita anche sotto l’aspetto emotivo e cognitivo. Essa diventa vera! Il soggetto comincia anche rifiutare l’idea  che sia stato proprio lui a costruirla, nega a se stesso questo lavoro di costruzione e lo sostituisce completamente alla vecchia realtà. Qualsiasi cosa avrà costruito da quel momento la sosterrà come vero perché tale è diventato per il suo sistema di percezione.  La nuova esperienza deve essere vera, pena la brusca ricaduta in una realtà che è stata rifiutata. Il rifiuto di accettare la vecchia dimensione è solo una difesa verso l’angoscia che da essa ne deriva. Il soggetto si autoinganna e lo fa con grande maestria! In pratica è vittima di se stesso! La seconda possibilità,  più frequente, è quella in cui il soggetto mente sapendo di mentire, ma la sua menzogna ha uno scopo ben preciso, convincere gli altri di una realtà che egli ritiene possibile anche se non l’ha realmente vissuta. Il racconto di un’esperienza insolita, come l’aver visitato una navicella aliena o aver parlato con la Madonna, può celare anche questa forma di menzogna patologica: “io credo che sia possibile un evento tale e la mia bugia ha solo lo scopo di confermare ciò che è vero per me, anche se non l’ho sperimentato”. Una volta entrato in questo circolo, il soggetto, ovviamente, non può più uscirne poiché rischierebbe di smentire una realtà per lui importante e sulla quale ha investito le sue emozioni . La reiterazione  di questa menzogna è, per lui, una sorta di missione orientata a diffondere e confermare, in chi lo ascolta, il suo credo. Questa bugia non ha alcuna valenza di truffa o di burla, ma ha un compito dall’elevato valore emotivo.