MARCO PICCOLO

DI CULTURA IN CULTURA, TEMI TRASCURATI,


Il giovane adulto, apolide del nostro tempo,  non trova una sua collocazione: da una parte la famiglia, refrattaria alle richieste di autonomia, prigioniera di pulsioni egoistiche che frenano la maturazione dei figli con genitori che ne ritardano colpevolmente il distacco, per paura di sentirsi più vecchi; dall'altra parte, la società, poco pronta ad accogliere, con le sue luci consumistiche accecanti che nascondono il vuoto sociale, intriso di individualismo e ricerca del successo.... Il disagio dei giovani tra adolescenza e età adulta
Si sentono sole, le ragazze italiane: 57 su cento lo hanno dichiarato all’Associazione Italiana Educazione Demografica, (VEDI),  che ha appena presentato un’indagine su quattromila adolescenti, confrontando i dati con quelli del 1986.  «All'epoca abbiamo fatto scalpore, interrogando per la prima volta gli adolescenti su sessualità o famiglia. Abbiamo replicato l'impresa per celebrare i nostri 60 anni di attività, nel 2013» spiega Marco Puiatti, presidente dell'Aied. Le risposte ottenute, nel caso della solitudine, sottolineano una disparità accentuata tra i due sessi: i ragazzi, infatti, in 66 casi su cento dichiarano di non soffrirne (nel 1986 erano 31 su cento). Sul versante familiare va, invece, meglio per tutti: un terzo dei maschi e un quarto delle femmine sono d’accordo con i papà, metà dei maschi e un terzo delle femmine con le mamme (nella generazione precedente con nessuno dei genitori si superava il 20 per cento di “ottimi rapporti”). Questo anche perché i genitori sono pressoché l'unica fonte di finanziamento (nell’86 lavorava il 20 per cento dei maschi e il 12 delle femmine; ora meno del 10 per cento in totale) e accettano rapporti sessuali in casa (in oltre un terzo dei casi; 28 anni fa, uno su cinque).  Lo stesso Puiatti, laico professo, collega alla solitudine l’altra differenza fra i dati, quella che riguarda la fede religiosa. Non seguono alcuna religione 32 donne su cento (erano 14 in passato) , le cattoliche praticanti calano da 35 a 25 per cento. Inoltre le ragazze fanno meno sport (45 per cento contro il 54), mentre i coetanei amanti di palestra e campi da calcio restano sopra il 60 per cento. Tutti fumano di più.  «Un tempo, i giovani si impegnavano in chiesa o al partito: oggi sono sempre connessi, ma molto più soli». E dipendenti dagli adulti: alla domanda sulla cosa più importante, rispondono la famiglia 25 maschi e 31 femmine su cento, contro un otto o nove per cento del 1986. Cala, per contro, l'importanza di amore, salute, benessere, bellezza.