Maestri di scuola dell'infanzia, infermieri, badanti, ostetrici, per non parlare di baby sitter.... molte delle professioni che un tempo erano considerate tipicamente femminili vedono impegnati sempre più uomini. SONO GLI EFFETTI DELLA CRISI O IL SEGNO DI UNA SOCIETA' CHE STA CAMBIANDO? LAVORO: TENDENZE EMERGENTI E NUOVE SFIDE
In America li chiamano pink collar, colletti rosa ad indicare lavori tipicamente femminili che oggi, sempre più spesso, fanno gli uomini pur in un contesto tradizionale, familista come quello italiano. Infatti, anche qui da noi, alcuni maschi stanno recuperando quella parte della loro identità legata alla cura, all'affettività, che esiste da sempre ma che è culturalmente occultata e si sperimentano come baby sitter, maestri di scuola materna, infermieri, badanti, ecc... Senza contare i lavoratori extracomunitari che rivestono ruoli professionali tipicamente femminili. In questo caso ogni gruppo etnico segue percorsi diversi. Perché il lavoro ha un ruolo essenziale nella costruzione dell'identità, soprattutto maschile. E nel nostro immaginario l'identità maschile è legata alla forza, all'aggressività, a un certo modo di muoversi, perfino ai vestiti da lavoro. Senza dimenticare che tradizionalmente gli uomini sono socializzati a usare il corpo come arma, perfino nelle interazioni amichevoli, che spesso prendono la forma di una scherzosa aggressione. In conclusione, il problema non si lega tanto ai generi maschile o femminile in quanto tali, quanto alle caratteristiche stereotipate che attribuiamo a un determinato lavoro. In genere la mascolinità si esprime in un lavoro al di fuori delle mura domestiche, e spesso in un lavoro che comporta fatica fisica, mentre le donne sono considerate più adatte a sopportare stress emotivi, legati, per esempio, al coinvolgimento con anziani, bambini o malati. Si spiega così, per esempio, come il lavoro di operatore ecologico, comunque legato alla pulizia, sia considerato socialmente più accettabile per un uomo rispetto a un ruolo di cameriera o badante.