MARCO PICCOLO

IO COMPLESSATO, COMPLESSI, SCIENZE, VITA, LE IDEE PIÙ FORTI DELL'INCONSCIO, PSICOLOGIA, COME SUPERARE I COMPLESSI


OTELLO, CENERENTOLA, EDIPO, ELECTRA, MÜNCHHAUSEN, PETER PAN... Oltre ai classici complessi  (INFERIORITÀ, SUPERIORITÀ, EVIRAZIONE, ABBANDONO, CAINO, SUPERDOTATO, COLLEZIONISTA, COLPA  ecc.), l'essere umano tende a vivere sempre in maniera complicata qualsiasi situazione, sia che dipenda da se stesso sia dagli altri o dagli avvenimenti esterni. Ci sono complessi di ogni tipo…   IL POST DEI COMPLESSI
OTELLOIl geloso per antonomasia, il Moro di Venezia di Shakespeare dà il nome a questo complesso. Chi ne soffre è una persona che vive tormenta­ta dalla gelosia, persino dell'aria che respira l'altra persona.CENERENTOLANe soffre chi pensa che, dopo esse­re stata rifiutata dalla propria famiglia, migliorerà la propria situazione fami­liare ed economica cercando di unirsi a un'altra persona.EDIPONe soffre l'uomo che paragona tutte le donne alla propria madre. In tut­ta la sua vita cerca una donna che le assomigli e la allontana quando si accorge che non è come lei.ELECTRANe soffre la donna che non trova mai l'uomo adeguato. Adora il padre e lo vede come il giusto mix di qualità, e non trova qualcuno che possa esser­ne all'altezza.MÜNCHHAUSENChi ne soffre è il prototipo del bugiar­do, che inventa storie rocambolesche e difficili da sostenere nel tempo, in cui è l'eroe-vittima  colpito da malattie  e/o traumi psichici. E tutto questo  per attirare attenzione e simpatia verso di sé o ottenere altri “benefici secondari” (sono "meccanismi  di difesa" messi in atto per compensare  sentimenti di inferiorità).PETER PANNe soffre chi si comporta ancora come un bambino, non vuole cre­scere, non accetta le responsabilità e preferisce considerare la vita come un gioco.NOTA INTEGRATIVAI complessi: le idee più forti dell' inconscio. Il concetto di "complesso", proposto dalla psicoana­lisi con un significato specifico e ben delimitato, è stato così intensamente assorbito dalla nostra cultura e dal lin­guaggio comune parlato, che ha finito per assumere un' impronta più ampia, più genuina e forse più attendi­bile come riflesso delle emozioni che fermentano nel pro­fondo della psiche umana. La dottrina di Freud considerava i "complessi" co­me gruppi di idee sostenute da una forte carica emo­tiva, rimosse nell'inconscio perché vissute come inac­cettabili e suscettibili di emergere successivamente con varie dinamiche, normali o patologiche. Nell'accezio­ne corrente, letteraria ma anche popolare, i "comples­si" sono più largamente intesi come desideri, dubbi o preoccupazioni angoscianti, che dominano la nostra vita psichica, non avvertiti o intuiti in modo sottile e incompleto dalla coscienza. La mia esperienza  clinica mi ha convinta che questa seconda visione, meno ri­gorosa e ristretta, corrisponda meglio alla duttilità di quanto avviene in noi.