MARCO PICCOLO

CAPODANNO, 2015


NOTTE DI CAPODANNOMancano oramai pochi minuti alle 24. E’ il momento, passata l’effervescente euforia del brindisi, degli abbracci e degli auguri…  di una pausa di riflessione. Ci guardiamo dentro, facciamo i conti con noi stessi, rievochiamo silenziosamente ciò che è stato il 2014. In una carrellata veloce i momenti lieti e meno lieti ci scorrono davanti agli occhi: visi... espressioni... sensa­zioni. Si ripensa alle occasioni mancate, alle promesse non mantenute; ci si proietta idealmente nell'avvenire in cui riponiamo ogni nostra speranza.
 ANNO NUOVO, VITA NUOVA! Un anno che passa è in un certo senso un po' triste perché con mite rassegnazione si balza verso la vecchiaia; ma conserviamo sempre un barlume di fiduciosa attesa e di speranza in un futuro migliore. È di buon auspicio a Capodanno scambiarsi auguri e baci sotto il vischio… Ognu­no esorcizza a modo proprio l'imprevedibile e l'ignoto. La mia formula di magia e di buon auspicio è una tele­fonata a un amico alle 00,01 del primo giorno dell'an­no. Perché l'anno nuovo mi sia propizio deve rispon­dermi, visto che sono donna, un uomo. Quand'ero molto giovane, correvo ogni volta il rischio che così non fosse ... anche se non mi rispondeva una voce ma­schile, avevo voglia e coraggio per affrontare ciò che mi riservava il futuro.  Oggi che ho meno coraggio, più dubbi e meno energie, non sopporto che la telefonata non sia augurale nel senso giusto, per cui sono arrivata (non ditelo a nessu­no) al compromesso di mettermi d'accordo prima col futuro interlocutore.  Ognuno fa quello che può!