MARCO PICCOLO

DECALOGO SULLA BELLEZZA, L'INEFFABILE BELLEZZA, CULTURA, FILOSOFIA, SCIENZA DELLA VITA


Il  "DECALOGO SULLA BELLEZZA". Tema tanto effimero quanto impegnativo quello della “bellezza”, ma un “decalogo” che aspiri a fare della bellezza il nuovo orizzonte della vita e degli ideali si accolla un'impresa vertiginosamente ardua….. DOVE LO SGUARDO TROVA QUIETE 
 Sentenziosamente si afferma che “la bellezza è amica della misura e nemica dello sconfinamento”. Discutibile: un grattacielo sconfinato è bello o no? Si dice che “la bellezza è amica del mondo e nemica
dell'utopia”: nemica dell'utopia senz'altro, ma perchè imporre alla bellezza l'amicizia col mondo? Van Gogh è forse “bruttezza”? Si dice che “la bellezza è amica del dono e nemica dell'utile”: giusto. Che “la bellezza è amica del genio e nemica della mediocrità”: giustissimo. Si dice che “la bellezza è amica della leggerezza e nemica della gravità”: non è detto e comunque fa troppo Italo Calvino. Ma sul punto sette ci sarebbe molto da discutere: “la bellezza è amica della distinzione e nemica della separazione”: non suona troppo precettistico, troppo politically correct, troppo ideologicamente arzigogolato per farne un connotato permanente e ineliminabile della “bellezza”? E poi, punto otto: “la bellezza è amica del mito e nemica della dea ragione”: qui il politicamente corretto diventa decisamente scorretto, ma anche legnosamente precettistico, inguarbilmente nostalgico, pedestramente anti-illuministico. Inoltre, punto nove: “la bellezza è amica dell'essere e nemica del niente”. Qui il “decalogo”diventa troppo discriminatorio: ogni genere di bellezza di matrice in senso lato “nichilista” viene soppresso e derubricato dal “bello”. Se poi nella motivazione si legge che “il Bello nel suo senso più ultimo è il simbolo del Bene”, si finisce inesorabilmente per conferire un contenuto edificante, virtuistico, un tempo si sarebbe detto moralistico. Viva la bellezza, ovviamente. Fosse un po' spontanea, sarebbe ancor più bella.