MARCO PICCOLO

RIFLESSIONE DELLA SERA, PAURA LIQUIDA, INCERTEZZA, INSICUREZZA, ALLARME,UN TUNNEL CHIAMATO TERRORE


Credevamo che  almeno nei primi anni di questo nuovo millennio saremmo riusciti a lasciarci alle spalle le paure che avevano pervaso la vita in passato; credevamo che saremmo stati in grado di prendere il controllo della nostra esistenza. Noi, uomini e donne che  viviamo nella  parte   "sviluppata" del mondo (la più ricca, la più modernizzata),  c’eravamo  illusi di essere le persone più al sicuro nella storia dell'umanità, invece….   LA "PAURA LIQUIDA"
 Come ho scritto altrove, oggi la società vive nella più assoluta incertezza. Non siamo certi di nulla. In casa,  per la strada, dal benzinaio, al mercato, in banca, all'ufficio postale e  persino in ospedale   o in chiesa  non sappiamo cosa ci potrà capitare. Questa nostra vita si è rivelata ben diversa da quella che avevano previsto. Si sperava che l'impresa di domare le paure e imbrigliare i pericoli da cui esse derivano potesse realizzarsi. Invece no, le paure sono diventate una sola, " la paura", i rischi che temiamo trascendono la nostra capacità di agire, ci spaventano ancor di più per il senso di impotenza che suscitano in noi. È una conseguenza di tempi tristemente poveri di certezze, di garanzie e sicurezze. Paura come effetto dominante dell'incertezza, una paura «liquida» in una vita altrettanto liquida perché priva di riferimenti  forti, di certezze la cui mancanza genera nei comportamenti un egoismo preventivo a tutto svantaggio dei legami sociali che stanno a fondamento della vita civile. È una diagnosi. La sociologia, la filosofia, così come la letteratura, non hanno risposte politiche da dare, semmai dovrebbe essere la politica a confermare i suoi programmi alle riflessioni suggerite dalla sociologia, dalla filosofia e dalla letteratura e in base a ciò liberare la società dall'incertezza e quindi dalla paura.MA NON È COSÌ, NON È MAI STATO COSÌ.