Nonni, mamme, papà, certo, ma anche insegnanti, parenti, amici, religiosi, scrittori.... Sono loro i maestri di vita che si incontrano. Modelli diversi per insegnamenti diversi.... DEVO TUTTO A ...
RARAMENTE SI MIGLIORA SE NON SI HA ALTRO MODELLO DA IMITARE CHE SE STESSI diceva Oliver Goldsmith, drammaturgo e saggista irlandese. Tutti noi abbiamo avuto una figura di riferimento, qualcuno che ci ha trasmesso un insegnamento o uno stile di vita. Una persona che, a volte inconsapevolmente, ci ha ispirati o guidati. Il più delle volte questi maestri di vita li troviamo in famiglia. È qui, infatti, che avvengono due processi fondamentali per la nostra crescita. La psicoanalisi li ha definiti di identificazione e di idealizzazione. Ci accompagnano dall'infanzia fino all'adolescenza e ci portano a vedere in un altro, o in più di uno, tutte le qualità che vorremmo fossero nostre. DA QUI A DESIDERARE DI ASSOMIGLIARE A QUESTE PERSONE IL PASSO È BREVE. Le figure di riferimento, viste con gli occhi dei bambini, si arricchiscono spesso di elementi di fantasia, di una libera interpretazione di ciò che fanno o dicono. lo, per esempio, devo gran parte dell'identificazione alla mia bisnonna, mai conosciuta ma raccontata in famiglia sempre a tinte molto forti. I miei, parlando di me, ripetevano: "È tutta la sua bisnonna!”. A me sembrava un personaggio straordinario, avventuroso. Aveva girato molto ed era stata negli Stati Uniti a fine '800. A lei devo la mia voglia di avventura: da ragazza, appena ho potuto, sono andata fuori dall'Italia a studiare. Nel mio caso dunque c'è stata un'identificazione positiva. Ma esiste anche una possibilità di un'identificazione negativa: un modello che ha comunque un ruolo determinante perché ci induce a fare scelte opposte alle sue.