Il dialogo non è semplicemente una forma di comunicazione privilegiata che attraversa le distanze tra l'io e il tu, alla ricerca di quella tensione unica (ma non univoca), unitaria (ma che salvaguarda la dualità), che appartiene a ciascuno di noi. E che svela noi a noi stessi, proprio mentre incontriamo l'altro. DALLE PAROLE AL DIALOGO
Prima di dire che cosa è il dialogo, è bene dire che cosa non è il dialogo. Mi limito ad alcune affermazioni: il dialogo non è una successione di monologhi, una semplice conversazione, un insegnamento magisteriale, un dibattito ideologico, una discussione, un'informazione ... Alcuni intendono il dialogo come uno strumento di comunicazione: la comunicazione, a sua volta, può creare la comunione. Io preferisco definire il dialogo come un'autentica relazione interpersonale, per cui l'uno dona all'altro non solo quello che sa; non solo quello che ha; ma quello che è. Questa auto donazione reciproca comporta l'attuazione di alcuni atteggiamenti, da vivere reciprocamente. 1.LA RIVELAZIONE DI SÉ: io rimuovo il velo che ricopre il mio mistero interiore, io dico me stesso, io mi esprimo.2.LA DONAZIONE DI SÉ: io mi metto a disposizione dell'altro, della sua crescita, della sua maturazione, della sua realizzazione, fino all'oblio e al sacrificio di me.3.L'ACCOGLIMENTO DELL'ALTRO: io accolgo l'altro con fiducia, perché l'altro è persona e quindi merita di essere accolto. In questo accoglimento accetto anche i suoi limiti e i suoi difetti, facendoli diventare occasione di maturazione per me. Perché una persona diventi capace di DIALOGO occorre che si formi alle virtù psicologiche e morali del dialogo: la prudenza, la discrezione, la fiducia, la sincerità, l'apertura, la confidenza, il rispetto, l'amore oblativo, la dolcezza, l'affabilità, il bel tratto, la gioia, l'ascolto, la segretezza, la comprensione, la misericordia, l'accettazione dei difetti altrui, la gratuità, la fedeltà ...Scendendo dalla teoria alla pratica, si deve dire che il dialogo perfetto è una realtà mai raggiunta. Ogni stadio raggiunto non è, in realtà, che un punto di partenza per camminare verso orizzonti ulteriori.