MARCO PICCOLO

ULTIMA ORA, LA SENTENZA: NON È OFFENSIVO ESSERE ACCOSTATO A OMOSESSUALE


E' la prima volta per la magistratura italiana. Sentenza storica del tribunale di Roma. Querela per diffamazione IL MANIFESTO  per una copertina del 2012. La giudice Valeria Ciampelli ha assolto Norma Rangeri con formula piena: "Il fatto non sussiste". L'accostamento all'omosessualità non è (più) reato.SORPRESA, L’OMOSESSUALITÀ NON OFFENDE
Prima e  storica sentenza quella pronunciata dalla giudice Valeria Ciampelli, che ha assolto il quotidiano comunista ‘Il Manifesto’ perché il fatto non sussiste dalla querela per diffamazione, indirizzata alla direttrice Norma
Rangeri da un cittadino eterosessuale che si era sentito discriminato in quanto il giornale in una copertina del 16 marzo 2012 accostava omosessualità ed eterosessualità. Così na banale causa di dif­fa­ma­zione abbatte un muro della giu­ri­spru­denza e apre una brec­cia impor­tante per i diritti civili.La copertina, ricorda ‘Il Manifesto’, celebrava la sentenza della Cassazione che aveva dato ragione a due cittadini italiani, ma sposati in Olanda, che si erano visti riconoscere “il diritto a una vita familiare”, ma ciò non aveva alcun effetto dal punto di vista giuridico. Quella prima pagina non era piaciuta al querelante, ma il giornale comunista, difeso dall’avvocato Marcello Marchesi, si è visto dare ragione. Spiega ‘Il Manifesto': “Essere omosessuali non è un reato né un illecito. E’ una espressione libera e neutra della propria sessualità ed esservi accostati non può (più) essere considerato di per sé come un’offesa. Tantomeno in un giornale che si è sempre battuto contro le discriminazioni e per i diritti civili”.