MARCO PICCOLO

RIFLESSIONI DELLE SERA, IN ATTESA DELLA PASQUA


Sorridere dal di dentro a chi ha più bisogno…  ai senza-pane, ai senza-li­bertà, ai senza-dignità, ai senza-cultura…. Sorridere dal di dentro a chi ha più bisogno comporta la vittoria sulla propria solitudine colmando la solitudine dell'altro, povero di mezzi di espressione e di significati radicali.  Sorridere dal di dentro significa gridare con tutta la propria vi­ta che, nonostante tutto, la vita è un dono meraviglioso da riscopri­re ogni giorno....     SORRIDERE È CRISTIANO. È LA VITA…   
 Bisogna però sorridere «dal di dentro». Il sorriso è il riflesso del­la tenerezza di Dio da cui siamo sempre inabitati. È il riflesso di Ge­sù Risorto al mattino di Pasqua.  Il sorriso dell'uomo è la più grande ricchezza del credente. “Sorri­dere sempre a tutti  -insegna Papa Francesco-   il sorriso è il grande capitale dei poveri. Ed è necessario a chiunque lo riceve.   Anche se uno non possiede ricchezze, può dire, mediante il sor­riso, come Pietro e Giovanni: «Non ho né oro né argento, ma quel­lo che ho ti do».”  I destinatari primi del sorriso devono essere quelli specialmente che non sanno più sorridere e coloro che non si sentono più amati.  I poveri sono quelli che restano esclusi dalla ricchezza econo­mica, decisionale, affettiva, culturale. Sono i senza-pane, i senza-li­bertà, i senza-dignità, i senza-cultura. Ma la povertà più misera è data dalla mancanza di significato della vita.  Sorridere dal di dentro a chi ha più bisogno comporta la vittoria sulla propria solitudine colmando la solitudine dell'altro, povero di mezzi di espressione e di significati radicali. Sorridere dal di dentro significa gridare con tutta la propria vi­ta che, nonostante tutto, la vita è un dono meraviglioso da riscopri­re ogni giorno.