MARCO PICCOLO

SVOLTA EPOCALE, DIVORZIO LAMPO, OK DEFINITIVO DELLA CAMERA,6 MESI PER RITORNARE SINGLE, PROTESTANO I CATTOLICI, TUTTE LE NOVITÀ


Sei mesi per dirsi addio. Al massimo un anno, se si decide di ricorrere al giudice.  Con il sì definitivo della Camera il divorzio breve è legge. Il provvedimento è passato a Montecitorio con 398 sì, 28 no e sei astenuti. Il gruppo della Lega ha votato contro. Per l’Italia si tratta di una vera e propria svolta visto che si va a modificare una norma di oltre 40 anni fa. Non saranno, dunque, più necessari tre anni per mettere fine al proprio matrimonio. Non solo, il testo che è stato approvato prevede molte novità anche sulla comunione dei beni e sui figli...  IL DIVORZIO BREVE... ANZI LAMPO È LEGGE:  SÌ DELLA CAMERA A LARGHISSIMA MAGGIORANZALA LEGGE VARRÀ PER TUTTE LE COPPIE, SIA QUELLE CON PROLE, SIA QUELLE SENZA FIGLI. ” AVANTI, È LA VOLTA BUONA” HA TWITTATO IL PREMIER MATTEO RENZI.
QUESTE  LE PIÙ SIGNIFICATIVE  NOVITÀ:1) fine delle lungaggini. 6 mesi per la separazione consensuale (12 mesi per quella giudiziale) indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale. 2) La comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale. 3) Il «divorzio breve» sarà operativo anche per i procedimenti in corso.
CRITICHE E PREOCCUPAZIONIForti le reazioni critiche. Famiglia Cristiana lamenta:  «da oggi in Italia basteranno appena sei mesi per rompere il legame matrimoniale ed essere divorziati; al massimo un anno, se si decide di ricorrere al giudice, contro i tre anni che servivano fino a oggi. Un tempo che diversi esperti, psicologi e mediatori familiari, considerano necessario per consentire alla coppia quantomeno di riflettere sulla propria decisione. Soprattutto se ci sono di mezzo i figli. Non sono poche le coppie che,  dopo un attento esame e una pausa di rimeditazione, hanno cambiato idea e non si sono più separate». E ancora: «ridurre il matrimonio a qualcosa di sempre più simile a un patto elastico di convivenza, che si può sciogliere in brevissimo tempo e con estrema facilità, è un pericolo per tutti a cominciare dai figli, le vere vittime di questi casi. A parole, tutti i politici affermano di voler difendere la famiglia ma purtroppo si legifera in senso esattamente contrario come dimostra questa riforma». Rincara la dose il senatore Giuseppe Marinello (Ncd) «Non è stata approvata una buona legge per l’Italia: la storia ci insegna che la fretta è cattiva consigliera e in questo caso abbreviare i tempi per dirsi addio produrrà solo due aumenti: di divorzi ma anche di rimorsi».