MARCO PICCOLO

TEMI TRASCURATI,LA SFIDA DELL’UGUAGLIANZA, ALTRI NOI, LO SPAZIO DEL RICONOSCIMENTO , CAMBIARE I NOSTRI IMMAGINARI, UGUAGLIANZA


Se vogliamo costruire delle società in cui gli individui si ricono­scano, dobbiamo fare in modo che gli uomini e le donne che com­pongono queste società siano dei «simili» che si apprezzano, vale a dire che apprezzano di essere differenti, perché dobbiamo realizza­re l'avventura della alterità di cui ormai conosciamo le caratteristi­che: riconoscere al tempo stesso la somiglianza e la differenza. In al­tre parole, l'altro mi interessa, ne ho bisogno, mi riconosco in lui (= somiglianza) e l'altro mi interessa come altro, lo riconosco per se stesso (= differenza).  VIVERE INSIEME, LIBERI E DIVERSI, MA NON DISUGUALI
Quando ci impegniamo con la finalità di essere tutti, uomini e don­ne, riunificanti e riunificati, noi partecipiamo alla lotta secolare de­gli uomini per l'uguaglianza, uguaglianza dei diritti, delle possibili­tà, delle condizioni. Questa lotta è molto ambiziosa perché si tratta di andare contro la condizione primitiva dell'umanità, contro la dis­uguaglianza primitiva. Gli uomini non nascono liberi e uguali di fatto. La loro differenza non distingue soltanto gli uomini, ma li sepa­ra e li contrappone, fa di essi degli estranei, dei non-interessanti. Infatti come potrebbero riconoscersi i poveri e i ricchi fino a che li separa la disuguaglianza delle condizioni rispettive? In base a che cosa l'africano può interessare l'europeo se non è, in certo modo, un suo uguale? Quale interesse reciproco è possibile tra l'uomo e la donna se non in base all'uguaglianza? Quando dunque lavoriamo perché gli uomini e le donne diven­tino simili, interessanti gli uni per gli altri, noi creiamo le condizio­ni per una vera società umana: possono conoscersi simili e apprez­zarsi. Ma bisogna che si riconoscano. La partita non è finita. Piaccia o non piaccia, il compito di riconoscere l'altro non è mai finito, è sempre in via di realizzazione.