MARCO PICCOLO

CHE DIFFERENZA C'È TRA UNA DONNA E UN CANE?


L'ultima frontiera della discriminazione delle donne in Europa è sottile come la lama di un coltello.In ogni ambito della vita sociale, pubblica o privata, ci esprimiamo comunemente con le parole di una cultura razzista, omofoba e sessista che amplifica la pancia del paese e che nessuna political correctness riesce a debellare. E solo lo specchio della volgarità diffusa o esiste un rapporto circolare per cui parole, pensiero e azione si rafforzano a vicenda? ZUCCHERO TOSSICO... CRONACHE DI ORDINARIO SESSISMO 
Questa è una comune bustina di zucchero - che si può trovare in molti locali pubblici del cantone Ticino- sulla quale si legge una frase che nell’intento degli ideatori avrebbe probabilmente dovuto far ridere: "Che differenza c’è tra una donna e il cane? Il prezzo del collare".E' una battuta che ha toccato la sensibilità di molti. E a poco vale che per “par condicio” (del cattivo gusto) si risponda con altre battute tipo : "Che differenza c`è tra un uomo e un delfino? Nessuna, perché tutti dicono che sono intelligenti ma non si è mai potuto verificare..."  La questione è che la bustina di zucchero è tutt’altro che innocua, perché veicola e banalizza manifestazioni di sessismo sempre più diffuse e che vanno ben al di là di questo episodio odioso e stupido. Il sessismo non fa mai ridere. Sono parole tossiche che definiscono il contesto in cui viviamo e rivestono un ruolo decisivo nella costruzione delle soggettività individuali e dell'identità collettiva, contribuendo a creare le fondamenta sulle quali erigere situazioni di disparità e di prevaricazione nella vita quotidiana.