MARCO PICCOLO

Attualità, Lo strano caso di Josè Salvador Alvarenga, cannibalismo, pratiche antropofagiche, ma io non ci credo


Questo post propone  un fatto di cronaca con un tema quanto mai scabroso e inquietante, il cannibalismo....  Sono esistite tribù che ricorrevano a pratiche antropofagiche come forme di autosostentamento, altre che vi ricorrevano per fini prettamente religiosi. Ma soprattutto, per molto tempo, è esistito un vero e proprio "mito del cannibalismo"....   MESSICO: IL MIRACOLATO DEL PACIFICO ACCUSATO DI CANNIBALISMO
 Josè Salvador Alvarenga, il pescatore di El Salvador sopravvissuto tredici mesi alla deriva su un battello nel Pacifico, dovrà rispondere alle accuse di cannibalismo fatte dai familiari dell'amico e compagno del naufragio, morto in mezzo al mare.
Alvarenga, 37enne salvadoregno residente in Messico, è stato tratto in salvo nel febbraio dell'anno scorso dopo essere stato ritrovato nel remoto atollo di Ebon nell'arcipelago delle Marshall, dove era stato soccorso dalla popolazione locale.
Subito dopo, aveva raccontato alla stampa di essere partito in un battello di fibra di vetro con un compagno per pescare squali. Una tempesta aveva distrutto il motore della piccola imbarcazione, spingendoli al largo senza contatto radio. Alvarenga aveva detto di essere sopravvissuto mangiando pesci, uccelli e tartarughe catturati a mani nude, bevendo sangue di tartaruga, acqua piovana, a volte la sua urina. E per lo più da solo, dopo la morte di Ezequiel Cordova Rios, giovane compagno che - aveva dichiarato - non riusciva a mangiare carne cruda, vomitava ed era quindi morto di fame.
Ad accusare il pescatore salvadoregno, e a chiedere un milione di dollari di risarcimento, sono ora i parenti di Cordova, i quali fin dal primo momento avevano sollevato dei dubbi sulle dichiarazioni fatte da Alvarenga, il quale aveva raccontato alla stampa di aver gettato in acqua il corpo del compagno morto.