MARCO PICCOLO

RIFLESSIONE DELLA SERA, DALLA DISSIMULAZIONE DISONESTA, ALLA PRUDENZA E ALL'AUDACIA, BLOG, BLOGGER, COMMUNITY


In questa community, come nella vita, prudenza non significa cautela. Soprattutto se ispirata alla paura, la cautela non è più una  virtù. Virtù che io chiamo  intellettuale: tocca infatti all'intelligenza operare il retto discernimento del bene morale, che spesso non è così facile da percepire…  GIORNO DOPO GIORNORIFLESSIONE DEDICATA AI MIEI 25 LETTORI
Alla prudenza spetta il compito di interpretare la realtà, di guidare l'azione morale e di assicurarne la retta misura. Essa svolge un ruolo insostituibile anche nella pratica di tutte le altre virtù. Qui però prudenza non significa cautela. Soprattutto se ispirata alla paura, la cautela non è una virtù morale. La prudenza è, in un certo senso, una virtù intellettuale: tocca infatti all'intelligenza operare il retto discernimento del bene morale, che spesso non è così facile da percepire, data la complessità e l'ambiguità delle situazioni in cui si è chiamati ad agire, anche in questa community agonizzante.  Ma la prudenza, così come si è già visto in altro post a proposito della pazienza, non è solo un esercizio dell'intelletto: coinvolge la volontà libera del soggetto, e per questo è una vera e propria virtù. Il suo esercizio, infatti, non richiede solo acume intellettuale e adeguate conoscenze morali, presuppone anche che la persona sia onestamente aperta alla ricerca del vero bene, attraverso la rettitudine della volontà. Occorre amare il bene, per poterne cogliere tutte le esigenze, anche le più severe.