ABITARE IL DISINCANTO
La fuga da noi stessi ci mette in balia della piena incontrollabile degli stimoli e dei messaggi frammentari che ci assediano ogni giorno come tanti flash. Questo produce, a volte, in noi una specie di disintegrazione interiore che tende a diventare la nostra condizione abituale. Ad essere minacciata nel nostro tipo di vita è l’unità del nostro IO. Un filosofo ha scritto che l’io non è altro che una società per azioni a maggioranza variabile ma questo rende difficile capire chi si è veramente. Come diceva Pirandello: “Uno, nessuno o centomila”. Perciò oggi nessuno si sente più di fare delle scelte impegnative: seguire una vocazione, sposarsi, mettere al mondo dei figli. Ed è logico perché in una società per azioni c’è una molteplicità di voci e perché la maggioranza potrebbe cambiare. Perfino nello scegliere un programma televisivo capita ormai di passare tutta la serata a fare zapping senza riuscire a vederne realmente nessuno. Nel vangelo Gesù chiede: che vale all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso? La domanda è di estrema attualità. Senza un centro interiore che ci unifichi possiamo illuderci di essere centomila ma in fondo rischiamo di non essere nessuno.