MARCO PICCOLO

RIFLESSIONE DELLA NOTTE, I NOSTRI RAGAZZI DEL '99


È notizia di pochi minuti fa che il più alto numero di morti  fra gli adolescenti è causato dall’alcolismo.  Non è una informazione,   è un necrologio sociale che fa molto male. In diverse città  d’Italia esiste  una strada o una piazza  dedicata a  “I ragazzi del ‘99”, quei giovanissimi che nel  1917 dopo la sconfitta di Caporetto sono stati mandati a salvare il salvabile di una guerra orrenda cominciata male e condotta ancora peggio. Ma i nostri ragazzi del 99 quelli nati non alla fine dell’800 ma alla fine del XX secolo, quelli che oggi hanno meno di 18 anni: non avranno nè targhe stradali, né encomi, né medaglie eppure sono morti e muoiono anche loro in guerra . Una guerra sorda ed implacabile. Nessuno li manda al fronte: niente baionette né granate, niente pidocchi né amputazioni anzi  benessere, pulizia, vacanze e movida. Fare i moralisti sarebbe fin troppo facile e comunque non servirebbe a niente i loro generali sono alcool e droghe la loro guerra di posizione  sono le  ore ed ore consumate, come cantava Francesco Guccini, alla ricerca di qualche cosa che non trovano. Non bisogna generalizzare, è vero, molti costruiscono la loro vita nello studio e nel lavoro ed è una casa costruita sulla roccia. Troppi però lasciano la vita in trincee invisibili, figli del riflusso, cresciuti nel cinismo più bieco, abituati a sputare su  tutto e su tutti tranne che sul denaro. Sappiamo bene che il deserto va attraversato per quanto lungo possa essere il peregrinare. Dobbiamo confidare che acqua e manna non mancheranno neppure però fatica e stanchezza.