E' pur vero che molte "disfunzioni sessuali" e molte “sofferenze” che nella sessualità si manifestano hanno la loro origine nella repressione dell'istinto sessuale, nei tabù, negli stereotipi, in una religione della "colpa" e del "peccato" dove la sessualità sa sempre di zolfo... però non possiamo, al contempo, disconoscere che anche l'odierna "LIBERTA' SESSUALE" provoca dei guasti. «Farsi» il compagno di treno, di università, di vacanza, non significa necessariamente vivere la propria sessualità nel modo migliore. Spesso, anzi, questo esercizio maniacale di «libertà», questo incidere sempre nuove tacche nel bambù, alla maniera del carcerato che ad ogni nuova alba disegna una croce sul muro, si spiega come risposta obbligata ad una frustrazione non riconosciuta e tanto meno risolta. Il che è come consegnarsi ad una nuova prigione, non riuscire più ad utilizzare la propria energia sessuale come carburante per procedere in una direzione diversa, per stimolare e attivare i centri di potenza che sono dentro di noi, costretti alla latitanza dagli errori e dai vuoti della nostra cultura.