Eppure di questa capacità, che Albert Einstein considerava più importante della conoscenza stessa, in generale facciamo un uso ben misero come, per esempio, immaginare disgrazie, pericoli inesistenti, limiti, ostacoli insormontabili, rischi micidiali, ecc… TUTTO NEGATIVO INSOMMA! E con questo dimentichiamo che, quando immaginiamo qualcosa, nel cervello si genera un'esperienza reale, il che significa che la nostra mente sta elaborando quell' esperienza come se fosse reale, vera, vissuta… nonostante la stiamo solo immaginando. Così questa straordinaria risorsa di cui disponiamo, l'immaginazione, diventa un problema terribile se la utilizziamo per le nostre convinzioni limitanti, quelle certezze che viviamo come reali pur senza esserlo, ingigantendo le dimensioni degli ostacoli e minimizzando la portata delle nostre capacità. Ecco perché ci risulta difficile uscire dalle nostre ristrette trincee mentali e accettare il fatto che ci sia molto di più di quanto siamo normalmente capaci di vedere, lasciando liberi di risvegliarsi la nostra curiosità e il nostro gusto per l'esplorazione. La mente mette in pratica ciò che il cuore vuole sentire, perché sono le emozioni ad aprire l'intelletto, e non il contrario. Ma come può aprirsi l'intelligenza se siamo oppressi dalla paura, se non abbiamo fiducia in noi stessi e non siamo davvero motivati? È quindi di primaria importanza far emergere quelle risorse emotive tanto necessarie, e per farlo bisogna utilizzare la nostra immaginazione creativa, capace di aiutarci a scoprire nuove opzioni e percorsi che ci consentono di approfittare delle opportunità esistenti o di crearne di nuove.