MARCO PICCOLO

STORIA DI ELIA


PROLOGO: Francesca Bernardi e Paolo Balasso. Un matrimonio felice. Lei impiegata in una immobiliare, lui proprietario di un autosalone. Il loro sodalizio matrimoniale, però, non è allietato dalla nascita di figli. Invece i coniugi, proprio pensando ad una prole numerosa, avevano rinunciato alla città, allestendo amorosamente una villetta rosa, in via Schio 38,  sita in PIEVEBELVICINO (VI), un  minuscolo borgo  ai piedi del Pasubio, luogo ideale per i bimbi. Solo DIECI ANNI DOPO, e in seguito a molti mesi di  TERAPIE ORMONALI il sogno si realizza e NASCE MATTEO bambino splendido, sanissimo, pieno di gioia di vivere.  Un “miracolo” che riempie di gioia elettrizzante non solo i genitori ma anche i parenti, gli amici e gli stessi abitanti del borgo. E’ stata una terapia talmente efficace che subito dopo Francesca (34 anni)  si ritrova nuovamente incinta.  IL FATTO:  Giovedì 23 novembre 2006, ore 19.30  Francesca, INCINTA AL SESTO MESE, riceve una telefonata  dal marito: non rientrerà per la cena,  deve uscire con dei clienti. ORE 24.00 PAOLO BALASSO rincasa. E’  tutto perfettamente pulito e lucidato…  ma Francesca non c’è.  Sorpreso, la chiama al cellulare: “NON TI PREOCCUPARE, TORNO SUBITO. E LASCIA DORMIRE IL BIMBO!” gli risponde sbrigativamente la moglie. Paolo con passo leggero entra  silenziosamente nella stanzetta di Matteo (9 MESI). Il bambino è nel suo lettino, immobile. Amorevolmente gli rimbocca la copertina già perfettamente distesa e ritorna in salotto. ORE  2.00. Balasso,  che si era assopito sul divano, si sveglia.  E’ tardi. La moglie non è rincasata. Sale a vedere MATTEO. Gli accarezza la fronte: E’ GELIDA!  Capisce quel che è successo e precipita in un incubo da cui non uscirà più: “ GIUSEPPE, GIUSEPPE, IL MIO MATTEO E’ MORTO” urla salendo le scale della villetta a fianco e appoggiando il corpicino esanime nelle braccia dell’incredulo vicino. In via Schio 38 arrivano gli operatori del 118 e i carabinieri  del capitano Sacchetti. MATTEO è morto da qualche ora, STRANGOLATO.  Iniziano serrate le indagini per ritrovare la madre… è una lotta contro il tempo. A pochi chilometri di distanza Francesca, dopo ore di  girovagare senza meta con la disperazione che solo la follia sa infliggere, parcheggia la sua Fiat Punto e si lancia nel vuoto dal “PONTE DELLE CAPRE” . ORE 2,30. Una badante extracomunitaria attraversando il ponte sente un flebile lamento che attribuisce a  un animale. Poi vede quasi sommerso nelle acque gelide del torrente un corpo umano con il busto abbandonato sopra un masso. I soccorsi sono immediati: le condizioni fisiche della donna non sono gravi, si teme invece per il bimbo che porta in grembo.....EPILOGO: Francesca in stato di arresto nel REPARTO PSICHIATRICO DELL’OSPEDALE  BOLDRINI di Thiene, ha dato  alla luce il secondo figlio a cui è stato imposto il nome di ELIA. Il neonato non ha riportato danni anzi è un bimbo bellissimo e sanissimo. Gli specialisti in psichiatria forense incaricati  (prof. Mario Marigo ( PD), Dott. Gianna Forato (VR) e Dott. Diego Arsié (VI)  CT del PM) affermano, concordemente, che Francesca ha superato il grave stato di crisi che l'avrebbe portata a compiere un gesto tanto drammatico per cui potrebbe essere trasferita in comunità familiare adeguata per il minore o  agli arresti domiciliare presso la sua famiglia d’origine.Il GIP di VICENZA  Dott.ssa  Agatella Giuffrida, il 13 u.s.,  come “peritus peritorum” disattendendo il parere degli esperti e quello dello stesso PM ordina che FRANCESCA permanga agli arresti nel reparto di psichiatria  seguendo lì il piccolo  Elia in presenza di terzi.