UN VOLTO FEMMINILE DI UNA DOLCEZZA PARTICOLARE, uno sguardo perduto in un “altrove” che allude alla lontananza, labbra schiuse, un collo purissimo, un abito lievemente increspato sul petto, una sciarpa drappeggiata, lunghi capelli ondulati, tratti del viso regolari. La sua innocenza fa pensare all’annunciata (il ritratto della Vergine di Antonello da Messina).MA CHI È QUESTA FANCIULLA? In realtà è un fanciullo. Si tratta di un dipinto di AMBROGIO DE PREDIS ( 1455 - 1508) intitolato “IL SALVATORE FANCIULLO”. Un uomo, dunque, un ragazzo, non una donna. Si potrebbe disquisire a lungo sul tema dell’ambivalenza tra immagine maschile e femminile nella rappresentazione artistica. Ma è preferibile qui cercare le tracce dell’ambiguità non tanto nei caratteri fisici, quanto nel sentimento di smarrimento, di incertezza, di arrendevolezza che esprime: tutti tratti psicologici femminili. Gesù fanciullo deve trovare al suo interno questa parte femminile per lasciare entrare in sé il progetto che lo muoverà a salvare il mondo.QUESTO RITRATTO DI DE PREDIS HA IN SÉ QUALCOSA DELLE TANTE “ANNUNCIAZIONI” dell’A. Gabriele alla Vergine. Lo stesso sguardo, la stessa emozione che muove alla semplicità del dire “sì, sia fatta la Tua volontà”. E' il femminile che è in grado di accogliere, di accettare la complessità della vita e, con la vita ,anche il suo contrario la morte. “IL MASCHILE ASPIRA ALLA PERFEZIONE, IL FEMMINILE ALLA COMPLETEZZA” in questa frase di Jung c’è una grande indicazione: oltre la perfezione non c’è nulla, nella completezza c’è la dialettica della vita il progetto infinito dell’esistenza che si gioca sempre, che si rinnova. E questo in definitiva può essere l’invito che possiamo leggere nell’immagine del Salvatore fanciullo: ritrovare dentro di noi quei sentimenti di partecipazione, attesa, disponibilità. Un discorso complicato? Forse! Come è sempre complicato comprendere se stessi e gli altri.