MARCO PICCOLO

L'ARTE DI RAGIONARE


ESISTONO REGOLEPER DISCUTERE BENE? ( PRIMA PARTE!).... NON CI SONO regolette “magiche” tuttavia posso indicare alcune condizioni, in assenza delle quali la discussione non può dirsi razionale. A tali condizioni bisognerebbe attenersi, ogni volta che si vuole argomentare una tesi in modo valido. Queste condizioni possono essere raggruppate in relazione alle due fasi del processo argomentativo: - la presentazione dello status quaestionis, cioè di quanto va detto e conosciuto sulla tesi in questione; - la giustificazione argomentativa vera e propria.La presentazione dello status quaestionis dovrebbe articolarsi così: 1) enunciazione concisa del problema da affrontare; 2) delucidazione del significato di alcuni termini, laddove vi sia ambiguità; 3) presentazione della rilevanza del problema e delle possibili conseguenze teorico-pratiche della sua soluzione; 4) enunciazione delle soluzioni alternative e loro critica; 5) enunciazione della soluzione che s'intende sostenere. La giustificazione della soluzione presentata avviene attraverso un argomento o una combinazione di argomenti: quindi, rispettivamente, con un ragionamento semplice o un ragionamento complesso. Si noti che la presentazione della propria soluzione al problema in questione e solo l'ultimo passo dello status quaestionis. Questo significa che: prima di manifestare la propria opinione conviene riflettere intorno alla natura del problema e ai possibili equivoci derivanti da un uso improprio dei termini; inoltre, è doveroso un atteggiamento di disponibilità nei confronti delle ragioni degli altri. Solo a questo punto si portano gli argomenti a favore della propria tesi. La discussione è fatta di tesi argomentate e di critiche a tali tesi. All'argomentazione può seguire, infatti, una controargomentazione, in cui alla tesi ascoltata si oppongono obiezioni razionali, senza che ciò significhi proporre una tesi alternativa. Anche la controargomentazione richiede il rispetto di alcune regole. Essa dovrebbe essere preceduta da una riformulazione della tesi che s'intende avversare, in modo da mostrare che è stata ben compresa. Quindi si possono seguire due vie controargomentative: SI ATTACCA LO STATUS QUAESTIONIS AVVERSARIO ARGOMENTANDO UNO DEI SEGUENTI PUNTI: A.1 il problema e mal posto; A.2 i termini impiegati nell'argomentazione sono stati usati impropriamente o in modo ambiguo; A.3 il problema o la tesi che ne indica la soluzione sono irrilevanti; A.4 una delle tesi rivali è migliore; A.5 la tesi è mal posta. Si attacca la giustificazione argomentativa dell'avversario mostrandogli che nel processo argomentativo è incorso in una o più fallacie, oppure che alcuni degli argomenti presentati sono irrilevanti. continua nel prossimo post ....