PUBBLICA GOGNA PER CHI VA A LUCCIOLE.IL MINISTRO DELL'INTERNO, AMATO TERRORIZZA I CLIENTI DELLE PROSTITUTE . LE MULTE ARRIVERANNO A CASA : CHE PENA PER LE FAMIGLIE!( ... ) «Cosa avrà combinato stavolta? Semaforo rosso? Ha parcheggiato ancora sulle strisce?». Magari fosse. Quando lo sventurato torna a casa, ad accoglierlo sul marciapiede trova uno strano tappeto. Sono i suoi vestiti buoni, la biancheria, la camicia bianca appena ritirata dalla lavanderia. Pochi metri più in là, il gatto del vicino gioca con uno straccio di lana. Con orrore, il poveretto scopre che quello era il suo unico golf di cachemire. Una voce dall'alto gli apre definitivamente le porte dell'incubo: «Sei un porco, ci vediamo dall'avvocato». Benvenuti nella nuova legislazione anti-prostituzione voluta da Giuliano Amato. La privacy e il rispetto della dignità individuale ve li potete scordare. Sputtanare (e il caso di dirlo) in pubblico e davanti ai propri familiari chi è andato con le prostitute è roba da paesi avanzati. Amato lo ha spiegato ieri: per i clienti delle professioniste del marciapiede la giusta punizione consiste in «multe non conciliabili, con il verbale che deve arrivare a casa di queste persone». Non e una boutade: tali parole le ha dette in Senato, davanti alla commissione Affari costituzionali. Roba seria, destinata a essere trascritta nero su bianco tra qualche giorno, quando l'osservatorio sulla prostituzione del Viminale tirerà fuori una proposta definitiva. Perchè Amato insiste tanto che la contravvenzione arrivi a casa? Perché vuole che il reprobo sia sottoposto non solo alla sanzione dello Stato, sotto forma di una multa più o meno salata, ma anche agli insulti della moglie e dei figli, magari alla rottura del matrimonio, con l'avvocato di lei che sventola in tribunale la contravvenzione come prova del tradimento. E' la paura della fine delle sue relazioni familiari, insomma, che deve spingere l'individuo a rigare dritto. La punizione amministrativa non basta, Amato vuole affiancarle anche quella sociale e morale. E così varchiamo i confini delle stato di diritto e ci inoltriamo nello state etico, quello che premia e punisce i cittadini a seconda della "moralità" del loro comportamento. La buona notizia è che l'idea di Amato andrà poco lontano. La normativa italiana sulla privacy, pur con tutti i suoi difetti, è incompatibile con i desideri del ministro. In parole povere, esiste un diritto alla riservatezza che ci difende anche dalla nostra portinaia e persino dalle ingerenze dei nostri familiari, e la proposta di Amato sembra passare sopra questo diritto come un Caterpillar. Le stesse parole del ministro confermano che il "bello" consiste proprio nel denunciare ai loro familiari i clienti delle prostitute. Ridacchiando davanti ai senatori, Amato ha detto che intende usare verso costoro «un pizzico di cattiveria». Qualcuno gli spieghi che un ministro, specie se è quello che comanda la polizia, non può permettersi di essere cattivo: deve essere solo giusto.