Perchè la gente si appassiona a storie di cronaca nera? Gli animali cercano nella natura che li circonda soltanto i mezzi per vivere e per sfuggire ai pericoli. L'uomo invece considera il suo ambiente indipendentemente da questi bisogni, con una visione che ne cerca anche aspetti ed episodi morbosi e spettacolari.
E ogni cosa per l'uomo può diventare spettacolo:le vicende dolorose, l'odio, la guerra, il gioco al massacro, il delitto, lo stupro, l'omicidio, la prostituzione, la morte in diretta.... Aristotele diceva in proposito che la tragedia, presentando vicende dominate dal dramma e dal timore, consente agli spettatori di liberarsi da questi sentimenti, proprio perchè non li coinvolge personalmente nella trama. Gli antichi greci parlavano, a proposito della tragedia, che era per loro lo spettacolo più popolare e importante, di una catarsi che la tragedia opererebbe sulle emozioni degli spettatori. OGGI i media non si attengono a questa esigenza liberatoria per l'urgenza "di bottega" di coinvolgere lo spettatore stesso nelle emozioni morbose della vita vissuta. Ma qual è allora l'attrattiva dei "FATTI DI NERA" , la radice dell'interesse che essi suscitano? Le risposte a questa domanda possono essere diverse, ma tutte devono più o meno direttamente appellarsi al bisogno proprio dell'uomo di conoscere meglio se stesso e il suo mondo anche al di là dei limiti e delle condizioni della sua vita e fuori della trama dei fatti e degli interessi in cui la sua vita si svolge. Anche quando si rappresentano vicende umane verosimili o rese tali da opportuni accorgimenti, si tratta di vicende che non appartengono alla vita privata dello spettatore e hanno solo riflessi indiretti e lontani su tale vita. Lo spettatore può simpatizzare con i personaggi che entrano in esse o non simpatizzare e persino odiarli e provare orrore, ma tutto questo non entra nella sfera della sua vita quotidiana e non ne determina l'andamento. Perciò delitti, infamie, iniquità, nefandezze, trasgressioni, abusi.... possono essere "amati e goduti" come un diversivo di questa vita, un "divertimento" nel senso proprio del termine, e costituire per essa un'oasi di "riposo"... . Così le vicende miserevoli o peccaminose o brutali che vengono enfatizzate non si presentano agli spettatori come i problemi di vita da affrontare e risolvere, ma come soluzioni già raggiunte al di là delle quali non c'è nulla. Spesso il pretesto e quello di rappresentare la vita vissuta così com'è oggi, nella sua realtà immediata, anche ripugnante od odiosa. Ma la vita vissuta presenta sempre alternative diverse, anche nelle circostanze peggiori, e il volerle fissare in un modello costante equivale a una evidente falsificazione di essa, a una negazione della sua intima ricchezza. I MEDIA rivelano oggi apertamente la loro destinazione a individui che cercano stimoli sessuali sostitutivi o che godono di rimanere immersi nel guazzabuglio di emozioni anormali o violente come compenso alla mancanza di significato della loro vita reale.