MARCO PICCOLO

FOLLIE DI LABORATORIO?


GONFIATI, ALLUNGATI, COLORATI. ECCO LA SCIENZA CHE SEVIZIA GLI ANIMALIChe l'umana fantasia non abbia limi­ti è fuor di dubbio. E’ di ieri la notizia che gli scienziati sud co­reani hanno clonato dei gatti che emanano una fluorescente luce rossa, se illuminati da raggi ultravioletti. L' esperimento e di fon­damentale importanza, dicono i ricercato­ri, al fine di sviluppare trattamenti per curare le malattie umane causate da difettige­netici. Come no? II RICERCATORE  di turno ha inserito una proteina fluorescente che co­lora di rosso le cellule epidermiche di una mamma gatta, poi le ha prelevate e inocula­te nelle uova da cui sono nati, per clonazio­ne, tre mici Turkish Angora, a loro volta fluorescenti. Uno dei tre gattini è rimasto neonato (ma fa luce lo stesso) , mentre gli al­tri sono diventati adulti e hanno aumentato i watt. Peccato che, come tutti gli animali clonati, la luce si spegnerà presto per loro. Pazienza. L'umanità avrà compiuto un pas­so avanti per il trattamento della sclerosi a placche, del Parkinson e dell'Alzheimer, co­me è accaduto negli ultimi vent' anni. Ne trarranno beneficio anche tigri, leo­pardi delle nevi e altri animali in via d' estinzione, come affermano gli scienziati sud co­reani. Se ora è impossibile individuare nella gelida tundra un leopardo delle nevi, volete mettere quando sarà fluorescente e dal ghiaccio si alzerà una nuvola rossa? Sara sufficiente inondarlo di luce ultravioletta con un fotoproiettore montato su un elicot­tero. Abbiamo clonato pecore, gatti, vitelli e, forse, anche l'uomo. In qualche la­boratorio segreto c'e un neonato di 15 anni che parla con voce roca ed è tenuto sotto os­servazione. Questo pero non si può dire, mentre gatti fluorescenti, giganti, topi sen­za paura dei loro nemici, pulcini viola e altri Leviatani la cui collocazione sarebbe un racconto di Lovecraft, popolano i laboratori del mondo e strappano poco più di un sor­riso a chi ne vede le foto navigando in Inter­net. E’ recente la notizia del supergatto Ashera,
 il felino domestico gigante e macu­lato venduto da una ditta americana a 15.000 euro. La sua variante GD è stata ge­neticamente selezionata per risolvere il problema di chi è allergico alla saliva che si deposita sul mantello dei gatti. Sei mesi di attesa, 20mila euro e ve lo portano a casa. Accettano carte di credito. II film Ratatouille ha fatto esplodere la moda dei ratti. Con un problema: chi ha già in casa il gatto po­trebbe trovarsi in difficoltà. O meglio, le difficoltà sarebbero più per il topo.
Niente paura, ci hanno pensato 2 scienziati di To­kyo che hanno modificato le cellule olfatti­ve di un topo, rendendolo amico del gatto. Ora non resta che modificare il gatto se no per il topo temerario cambia poco. Di recente abbiamo visto la moda dei gatti dipinti, Madonna che ha pitturato di ogni colore le sue pecore per un servizio su Vogue. Certo, forme di psicopatia più in­nocue della clonazione, sulla quale Ian Wilmut, il padre della pecora Dolly, è tor­nato indietro lanciando severi moniti al mondo. Diteci che si tratta di arte, di moda, di stile, ma non fateci intendere che gli ani­mali si divertono. E lasciate perdere la scienza e le malattie umane. QUELLE SONO  COSE SERIE. fonte: Oscar Grazioli, Libero, 14/12/2007