LO DICE UNA SENTENZA DELLA CASSAZIONEUNA RELAZIONE EXTRACONIUGALE ALLACCIATA DA UN CARABINIERE GETTA DISONORE SULL’ARMA E PER QUESTO IL SUPERIORE DEL MILITARE PUÒ LEGITTIMAMENTE CHIEDERGLI DI TRONCARLA. Lo si evince da una sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna a 4 mesi di reclusione militare inflitta dalla Corte militare d’appello di Napoli a un appuntato dei carabinieri ritenuto responsabile di insubordinazione, con minaccia ed ingiuria, ai danni di un luogotenente, comandante della stazione presso cui prestava servizio.
L’appuntato coniugato con figli si era innamorato della giovane commessa di un noto negozio di scarpe (21 a. sposata e con un bimbo). Un serrato corteggiamento abbatteva le “resistenze” della ragazza che si impegnava in una relazione extraconiugale con il bel carabiniere. Ma si sa, il paese è piccolo, la gente mormora, invidie e gelosie serpeggiano, le chiacchiere si moltiplicano. Così il maresciallo comandante della stazione dei CC chiamava a “rapporto” l’appuntato e gli ORDINAVA di troncare immediatamente la disonorevole relazione. Ma il giovane carabiniere, che evidentemente nell’ira del momento aveva dimenticato il motto dell’Arma “USI OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR”, gridava , rosso di rabbia, al suo superiore "BUGIARDO, INFAME , LADRO…" e lo minacciava di scaraventargli addosso la scrivania.Da qui il processo e la condanna alla quale seguirà ora, automaticamente, il congedo con disonore.