MARCO PICCOLO

ORRORE A VERONA


ABUSA DELLA FIGLIA PER 18 ANNI
FRANCESCA ( nome di fantasia)  è una ragazza  schiva, timida, inquieta, molto fragile psicologicamente. Ha 29 anni ma ne dimostra almeno dieci di meno.  Non è stata brillante negli studi così come non ha avuto successo nel mondo del lavoro. Non ha mai avuto un  fidanzato. Suo padre è un operaio di 53 anni, gioviale, un “amicone” tutto casa e lavoro. Ottimo coniuge e padre di famiglia, particolarmente  amorevole con Francesca … troppo amorevole tanto da passare molte ore con lei   in “affettuosa dimestichezza”.   DICIOTTO ANNI FA ( la bambina aveva circa 11 anni) LE SPIEGO’ : “…  papà ha solo due donne, la mamma e te . Sai cosa faccio con la mamma? Adesso ti insegno perché tu sei certamente più bella e più brava di lei”. QUESTA È STATA LA PRIMA VOLTA CHE L’HA VIOLENTATA, poi PER 18 ANNI, ha intrattenuto con lei  regolari rapporti sessuali ALMENO TRE VOLTE LA SETTIMANA. Era il loro segreto e FRANCESCA  non l’ha mai detto a nessuno, ma teneva da sempre un diario dove annotava gli aspetti per lei “salienti” della relazione carnale con il padre. SEI MESI FA, incalzata da due amiche sul perché “fuggisse” i ragazzi… biascicò  scuse così infantili e trasparenti da far sospettare  la presenza di problemi seri nell’ambito familiare. Cercarono di convincerla a  raccontare o a parlane con qualcuno, il prete, il medico…  ma Francesca, ligia al giuramento di fedeltà e segretezza e palesemente terrorizzata,  rifiutò con fermezza. Le due amiche riferirono i loro sospetti  telefonando al  Servizio Famiglia Sicura (numero verde 800 462 340 gratuito e attivo tutto l’anno 24 ore su 24). Da lì la  segnalazione alla questura.  Una ispettrice di polizia in borghese avvicinò, discretamente, la ragazza e ne conquistò la fiducia.
La narrazione di Francesca, raccolta a verbale dagli inquirenti  è così agghiacciante che mi limiterò a riportarne qualche frammento: “ … quando ero piccola, non ero brava, non capivo, non sapevo cosa fare allora mio papà  diceva ‘facciamo gli attori, guarda questo giornale tu sei la protagonista fai la stessa scena , vedi lei come si mette…” ( …)  “Quando avevo 14 anni  mi faceva vedere delle cassette  con scene di amore.. poi le provavamo tutte!” ( …) “Io non ero molto brava e lui diceva: Ma come? Tua mamma che è vecchia fa (omissis) e tu non sei capace?” (…)  “Così mi ha comprato un computer perché diventassi come voleva lui “ UNA VERA DONNA” che sa ….  ( omissis)”  (…) “ sul computer metteva sempre sesso ….  (omissis ) voleva che durante il giorno imparassi, che usassi  l’uccellino ( leggi vibratore) che lui mi aveva regalato così la sera ero pronta”.  
OGGI   (giovedì 19 giugno)  DOPO SEI MESI DI INDAGINI SERRRATE (OSPITATA FRANCESCA IN  UNA STRUTTURA SPECIALIZZATA E IN LOCALITA’ SEGRETA) , LA SQUADRA MOBILE HA TRATTO IN ARRESTO IL PADRE CHE, ALLO STATO, SI TROVA IN ISOLAMENTO NEL CARCERE DI MONTORIO, VR. Il pm veronese ELVIRA VITULLI, che coordina le indagini, ha contestato all’uomo, tra i vari reati,  anche l’abuso in condizioni di inferiorità psichica. Nel corso della perquisizione nell’abitazione dell’arrestato,  è stato  trovato, come aveva detto Francesca,  diverso materiale pornografico. Del pari altri contenuti pornografici “forti” e sado-maso sono stati rinvenuti , in grandissima quantità, nel computer dell’uomo .  Le indagini  continuano e sono svolte dalla Sezione reati sessuali della Squadra mobile della Questura di Verona. NOTA: Siamo davanti all'ennesimo caso di violenza familiare: questa volta a Verona,
profondo nord leghista.  Città ricchissima, cattolicissima, religiosissima, sede universitaria, con servizi a tutela delle donne e dei minori che sono presi ad esempio in tutta Europa. Le dinamiche, come al solito, sono sempre le stesse: padre che abusa sessualmente della figlia e figlia che subisce per un'assurda infinità di anni, in questo caso ben 18! Sui padri “mostro”  ho spese sin troppe parole. Inutile continuare a chiedersi come sia possibile violare il corpo della propria figlia. E’ possibilissimo. Quello che pare assurdo, non è solo il terribile  fenomeno della violenza in sé  ma  specialmente  il muro di omertà che giorno dopo giorno viene alzato attorno ad essa. Ogni caso va trattato in maniera soggettiva è chiaro, ma risulta davvero difficile pensare che tutte le bambine vittime del proprio papà siano anche orfane di madre, non abbiano fratelli zii o cugini che si accorgono di quanto sta loro accadendo. Nessuno che vede, nessuno che racconta? Dove c'è un abuso, pare impossibile, c'è quasi sempre una mamma cieca, sorda e soprattutto muta.  Viene da  perdere ogni speranza in questo Paese  che tiene il gioco ai mostri, che li condanna a pene ridicole e che soprattutto, così di frequente,  si cala nei panni delle tre scimmiette simbolo dell'omertà: non vedo, non sento e non parlo.