MARCO PICCOLO

Criminologia, criminalistica, tecniche di indagine, macchina acchiappacadaveri, Ground Probing Radar, medicina legale


La mia Amica Maria Luigia mi chiede se i fratellini di Gravina potevano essere salvati e se è possibile, al di là dell'uso dei cani, ritrovare  corpi di persone sepolte o nascosti all'interno di grotte, ecc.
LA “MACCHINA ACCHIAPPACADAVERI”. Al primo quesito la risposta è sì, ma ne ho già parlato a lungo sottolineando la superficialità delle indagini svolte e gli imperdonabili errori, sotto il profilo criminalistico, commessi dagli inquirenti. Anche il secondo quesito ha risposta positiva. Infatti,  si può utilizzare un apparecchio elettronico che ha permesso di esplorare il sottosuolo, trovando a colpo sicuro, i corpi di povere vittime. Questa  “MACCHINA ACCHIAPPACADAVERI”  (Gpr, leggi: Ground Probing Radar), è costituita da un'antenna racchiusa in una scatola di plastica di protezione. Dall'antenna parte un cavo che raggiunge una consolle di controllo, dove si trovano le regolazioni e un monitor. Per eseguire un'indagine con il radar occorre percorrere la superficie da analizzare, registrando le  riflessioni delle onde elettromagnetiche inviate nel terreno. Affiancando una all'altra sul monitor le onde riflesse, si forma una sezione elettromagnetica del sottosuolo, detta anche profilo radar: in particolare  la presenza del corpo e  di eventuali oggetti metallici (orologio, fede, catenine,  fibbie, ecc…) forma sul monitor una riflessione tipica che consente un rapidissimo ritrovamento del cadavere sepolto, occultato in caverne, ecc...