MARCO PICCOLO

RIFLESSIONI


RIFLESSIONE DELLA SERALA SINDROME DA CALVIZIE
La calvizie, per gli uomini, è «un problema grave». I più angosciati sono i romani, meno preoccupati i napoletani. «Pelati» 11 milioni di italiani.  E uno su quattro cade in depressioneLa SINDROME da calvizie non va sottovalutata: si innesca nel soggetto un meccanismo di «lutto e menomazione» («è come perdere un arto»), che può sfociare nella depressione e in atteggiamenti persecutori, ci si piace meno e si percepisce il corpo come incapace di esprimere la propria interiorità. Ma sono tante le «Italie della calvizie»: di fronte a tale evenienza, infatti, gli uomini italiani si comportano in maniera diversa, a seconda di dove vivono. Per i napoletani, dopo tutto, non è un gran problema, per i romani invece non intervenire è un'assurdità. Così, in base ai dati dell'indagine Cirm condotta nelle tre metropoli di Roma, Milano e Napoli, proprio i napoletani risultano tra quelli che meno si fanno coinvolgere dal problema calvizie: ben il 44%, infatti, afferma di non fare nulla per contrastare l'inesorabile caduta. Ben diverso il comportamento dei romani: solo un romano su otto, alle prese con problemi di chiome, rinuncia ad intervenire ed accetta la perdita dei capelli senza neanche un tentativo risolutore. Ed i milanesi? Oltre la metà di quelli colpiti da calvizie non consulta alcun esperto, mentre quasi un quarto dei romani ricorre ad un centro specializzato. Tuttavia, per una fetta consistente, la calvizie resta un problema «grave». Tra i maschi italiani,  sono sempre di più quelli che soffrono del «complesso di SANSONE»: come l'eroe biblico perse la sua forza dopo che Dalila gli tagliò la folta chioma, allo stesso modo in molti sembrano essere convinti che perdere i capelli equivalga a perdere forza, fascino, seduttività  e virilità.