MARCO PICCOLO

RIFLESSIONI


Il caso dell'iraniana lesbica  e l'omofobia odierna Il mondo ha bisogno di storie dal cuore della marginalità
 Colpiscono più delle pietre, le parole di Pegah Emambakhsh, la donna che ha paura, se rimpatriata in Iran, di essere lapidata perché lesbica: "Voglio camminare in mezzo alla gente, senza guardarmi alle spalle e ripetere dentro di me, sono libera! ". Colpiscono più delle pietre con le quali, in Iran, si vorrebbe lapidare l'amore "diverso". L'amore non è mai "diverso". E, tra adulti, l'amore sentimentale e sessuale è, certamente, quello che garantisce continuità, con la procreazione, alla vita ma è anche quello che, pur non avendo come fine la procreazione, esprime la Bellezza che la persona ricerca per raggiungere la propria identità. Nessuno può offendere un essere umano per quello che egli è. Il mondo ha bisogno di storie dal dentro, dal basso, dal cuore di ogni marginalità e di ogni emarginazione. Ha bisogno di storie di relazioni, corpi, sentimenti, esperienze, prove; storie di quotidiane fatiche e di preghiere; di riti e di rituali, di tradizioni che diano consistenza al quotidiano e forza indistruttibile alle leggi scritte con il cuore della madre, con la sua mano, con la cultura della terra, del grembo, del caos primario che si fa ordine nella mente di ciascuno ed organizzazione nella vita di tutti con l'ausilio del padre. Ha bisogno che i problemi siano condivisi e che ogni sesso venga rispettato perché patrimonio dell'identità di ogni persona. E che ogni corpo sia considerato sacro poiché tempio dell'esperienza del crescere, contenitore del piacere che è garanzia di vita e della continuità stessa di ogni storia umana.