MARCO PICCOLO

SENTENZA DELLA SUPREMA CORTE, USA, GAY, DIRITTO, MOLESTIE SESSUALI TRA GAY, ABUSO DI POTERE E SESSO,


Le molestie sessuali un reato anche tra gay
Le molestie sessuali sul luogo di lavoro sono un reato di discriminazione anche se si verificano tra persone dello stesso sesso. Lo ha stabilito la Corte Suprema degli Usa con una sentenza che crea un precedente giuridico e che si prevede avrà pesanti conseguenze nelle relazioni all'interno delle imprese. La Corte ha deciso per voto unanime sul caso di un uomo che aveva accusato di molestie e persecuzione il suo supervisore, di sesso maschile, e altri due uomini durante un lavoro durato quattro mesi in una missione all'estero. Tuttavia la Corte ha chiarito con molta precisione che le vittime di molestie sessuali sul lavoro devono dimostrare di essere state oggetto di discriminazione in base al sesso e non "soltanto di azioni connotate da un comportamento sessuale offensivo" come ad esempio il flirtare. In altri termini, LA CONDOTTA DIVENTA REATO SE È UN ABUSO DI POTERE O SI TRADUCE IN OSTILITÀ, hanno stabilito i giudici. La sentenza dunque non menziona specificamente la molestia basata su uno specifico orientamento sessuale (in questo caso l'omosessualità). La sentenza è stata accolta come una vittoria dai difensori dei diritti degli omosessuali. "E' una vittoria per tutti i lavoratori americani. Noi siamo felici che la Corte abbai compreso che le molestie sessuali hanno a che fare con l'uso del potere e che l'orientamento sessuale delle persone coinvolte è un dato irrilevante" hanno dichiarato in un comunicato.