MARCO PICCOLO

GUERRA,VIOLENZA,MINACCIA, TERRORE, INSICUREZZA, PAURA, VIVERE NELL'INCERTEZZA, PACE, POLEMOLOGIA,


RIFLESSIONE
 L'INSICUREZZA COME COMPAGNA DI VITALA  SOCIETA' CIVILE  sembra considerare la guerriglia, la violenza, la minaccia, il terrore, la menzogna un codice di comunicazione possibile perfino negli stadi o nella metropolitana Poiché, invero, la gente subisce tutto questo ormai con rassegnazione. Così si può mentire, diffondere ad arte voci tendenziose, utilizzare la morte di bambini non avvenuta, per minacciare e terrorizzare, poi guerreggiare, distruggere, devastare. È così permeata la società dal senso di immanente distruttività che circola ovunque nel mondo da non sapersene più difendere. È un'epidemia dove i polli colpiti sono esseri umani che si credevano aquile. E che, invece, non controllano neppure più alcuna delle situazioni nelle quali la vita sociale è, naturalmente, quotidianamente calata. Al punto che ad essere insicuri non sono più soltanto i lontani paesi in via di sviluppo o il Medio Oriente che brucia da anni o i Balcani, l'Iraq, l'Afghanistan, il Tibet, l'Iran! Ad essere insicuri sono i treni, gli aerei, i bar sotto casa, i parchi e i campi da gioco. Ad essere insicuri sono i palazzi e le metropolitane, i tram, i bus, le barche, le navi. La vita di ciascuno nel cuore di ciascuno. E il futuro. Il dominio del terrorismo alza l'onda nera e travolgente della sua piena e tutto ricopre. Cosicché non bastano le voci che gridano nel deserto «i no alla guerra». La pace non è possibile se non la si agisce e se, invece, ogni possibilità di agire è nelle mani dei signori della guerra. Agire la pace vuol dire «dichiararla». Vuol dire fare un patto assoluto e fermo tra tutti quelli che la vogliono. «La pace può scoppiare» proprio come «scoppia la guerra».