MARCO PICCOLO

RIFLESSIONI, PENSIERI, ANNO SCOLASTICO 2009/2010, DISCENTI, DOCENTI, GENITORI, CONSUMISMO, CRISI ECONOMICA


RIFLESSIONEPiccoli consumisti:Per gli scolari la crisi economica non c'è e gli acquisti li decidono loro.
Altro che vittime della tv. I bambini d' oggi sono informati e “scafati”. Scelgono il corredo scolastico mediando i consigli per gli acquisti con gusti e aspirazioni personali. Altro che manipolati. Già verso gli otto anni conducono l' operazione shopping senza l' aiuto di mamma e papà: non accettano consigli, sono selettivi ed esigenti. Al punto da meritarsi la pesante definizione di “preadolescenti anticipati”. Infatti  i bimbi si comportano come i teen ager di qualche anno fa  e non certo  vittime della pubblicità, nè di soggetti passivi. Loro scelgono il corredo scolastico con autonomia e furberia: insomma nuotano nel mondo dei consumi con grande agilità  inoltre sono abilissimi nell' usare il loro potere di ricatto nei confronti dei genitori. Così finiscono per ottenere, e con poco sforzo, lo zaino ultimo grido, il diario più costoso e il quaderno con copertina iridescente. E la terribile crisi economica? Quanto inciderà sulla spesa per il corredo? Apparentemente, per nulla. Infatti le vendite di quest' anno non hanno alcuna flessione. Anzi. Ci sono addirittura fenomeni di . E' il caso della collezione XYZ (mi rifiuto di fare pubblicità) che si vende come il pane. Richiestissima e' anche la linea XXX : zaini, portapenne, cartelline e quaderni su cui rimbalza il famoso marchio xxx. Altra novità per il settore diari: è  sempre più di moda il formato mignon. E così quasi tutte le case riducono le dimensioni dell' agenda scolastica fino a quelle di un "Bignami" ( forse per un crescente desiderio di privacy: un diario piccolo può stare anche in tasca quindi è sempre pronto ad accogliere nuovi segreti). Fatta eccezione per il quaderno a copertina rigida con calcolatrice incorporata, l' attuale panorama dei micro accessori per la scuola è davvero desolante, della serie ”NON SERVE PIU’ PENSARE”. E dire che, trent' anni fa, quando nelle vetrine dei cartolai spuntavano le prime biro tabellina (sul cui dorso scorreva la tavola pitagorica), le mamme si domandavano: “Di questo passo dove andremo a finire?”.