MARCO PICCOLO

donna bella, sexy e affascinante, servizievole e provocante, pronta a soddisfare ogni più piccolo desiderio, lecito o illecito,


L’opera di un giovane artista foggiano in mostra negli Stati Uniti.  B A M B O L EA    P A G A M E N T O  Chi non ha mai desiderato una donna bella, sexy e affascinante, servizievole e provocante, pronta a soddisfare ogni più piccolo desiderio, lecito o illecito, per uomini e donne, dalla contemplazione conturbante maschile alla produttività e freneticità casalinga tipicamente femminile? Tutto questo oggi è possibile. Per averlo non occorre cercare nelle diavolerie tecnologiche giapponesi o nelle strane vendite di un oscuro negozietto per soli adulti, o ancora in un’improbabile televendita di inutili marchingegni. Tutto questo è a basso costo, il prezzo di una monetina da videogame. Tutto questo è lecito e alla portata di tutti, perlomeno sulla carta, anzi sui pixel. Tutto questo è Push Play, l’opera digitale di Davide Valente, classe 1983, nella vita di tutti i giorni insegnante di Storia dell’Arte, in quella sognante e sognata artista in mostra negli Stati Uniti. Davide, infatti, originario di Vico del Gargano, è probabilmente fra gli artisti più giovani - se non il più giovane tra i foggiani - a poter vantare una sua opera esposta nelle maggiori città degli States: Miami, Chicago, San Francisco e Los Angeles. Il giovane artista, che dipinge da quando aveva sette anni, è uno dei 200 artisti selezionati su un totale di 1300 nell’ambito della manifestazione Artundressed. In un pigro lunedì pomeriggio uggioso e tutto foggiano, Davide Valente ci ha parlato di se e della sua arte.Come definiresti la tua arte e a chi, o a cosa, ti ispiri?Il mio è uno stile non eccessivamente naturalista; esprimo un concetto senza eccessivi particolari. Una delle mie principali fonti di ispirazione è il Pop Surrealism, un movimento che comincia con la fondazione della rivista di arte americana Juxtapoz, creata da Robert Williams, caratterizzato da una miscela multiculturale con richiami al mondo dell’infanzia e sfaccettature di un onirico carnevale noir con atmosfere paradossali, in uno scenario alla David Lynch, espressione della società odierna in cui mi rispecchio.Qual è il senso di Push Play?Push Play è un’opera erotica nel contenuto, non nella forma. Pur non essendo di fatto il mio primo lavoro, al momento è quello che più rappresenta la mia arte. Descrive una donna robotica, una bambola tuttofare; è l’esasperazione di un tema erotico lungo il confine sottile che divide l’erotismo dal sesso. Con essa esprimo una pulsione morale dell’essere umano portata all’estremo: il sesso come gioco, densamente permeato di sfaccettature edonistiche.Fonte e rif: i: 338.3145338; www.artundressed.net; www.eroticsignature.com;