Fine delle stereotipie? non credo.....
Benedetta la scienza che con le sue invenzioni, comprese quelle minime che tali non sono per chi grazie a esse trova sollievo, sia verso la vigorìa fisica declinante con il passare degli anni, sia verso la piena padronanza di sé e compromessa dalla timidezza fino al timor fobico nei confronti della gente. Abbiamo dunque riscoperto (ce n'eravamo dimenticati) che esiste chi arrossisce per un nonnulla, e a farcelo ricordare è il dottor Wheatley con la sua équipe di ricercatori universitari di Bristol e di Southampton, a cui dobbiamo la pillola del benessere, dell'euforia, della fiducia nelle proprie risorse. Spentasi abbastanza in fretta l'eco dell'effetto Viagra (cosa mai non si spegne in fretta nei tempi nostri?), ecco, ad alimentare speranza di ben altro tipo, questo ritrovato che è frutto di ricerche psichiatriche contro la depressione, contro le mille paure che ci affliggono a vari livelli. E siccome anche i baldanzosi non ne hanno mai abbastanza della loro sicumera, e pure noi ci riteniamo nella norma siamo curiosi, c'è da credere che il ricorso a questa pillola finisca per generalizzarsi: dopo il week end, per affrontare meglio il lunedì; dopo un cedimento della Borsa per attendere ottimisticamente tempi migliori; nell'attraversamento d'un qualsiasi malanno per poter vedere la vita secondo il metro dell'infanzia, solo, cioè, nei suoi aspetti positivi. Due pillole apparse all'orizzonte e subito avvicinatesi a breve distanza l'una dall'altra, e che tutti giureranno di non aver mai assunto, di non conoscerne neppure la forma e il prezzo, per l'oggettiva preoccupazione di dimostrarsi efficienti secondo linee naturali e non con il supporto degli artifizi. Ma fra i due ritrovati, esiste una differenza enorme. Infatti, il Viagra, agendo meccanicamente secondo quanto dicono, rivela l'inganno o la componente surrettizia verso di sé, prima che nei confronti dei destinatari femminili della costruita possanza (e sbrigarsi, dicono ancora, perché l'effetto si esaurisce in fretta). Motivo per cui converrebbe rivolgersi, prima che al farmacista, al cercatore di tartufi, spontanei frutti della terra che sono i grandi e forti progenitori d'ogni buona armatura di virilità. Invece la pillola contro la timidezza, cancellando il rossore e fugando le insidiose, immotivate paure, dovrebbe allinearci tutti nella piena padronanza di noi stessi, cancellando ogni traccia d'insicurezza. Nessuno, insomma, svaniti il rossore e i balbettii, sarà più preso in castagna, la menzogna non avrà più alcuna «facies» attraverso cui rivelarsi. Persino i fremiti del cuore saranno tenuti a guinzaglio. Chi era già ardimentoso, diventerà un Rodomonte. E gli sfrontati avranno triplice viso per sostenere chi gliene accreditava due. Da un lato, meno male. Sennò, senza queste artificiali differenziazioni all'insù, con il pur buon proposito di standardizzarci tutti, rischieremmo di trasformarci in melanconici robot. Padroni di se stessi sì, ben venga. Ma quanta dolcezza e quanta prossima nostalgia per due gote che s'imporporano lente o rapide, a seconda dell'interiore relais, del tumultuare dei sentimenti.