COME PROMESSO RISPONDO QUI A TUTTI COLORO CHE HANNO ANIMATO LA DISCUSSIONENEL MIO PRECEDENTE POST N. 3195LA QUESTIONE DEL C.D. "RAPTUS"
Quello che un tempo veniva definito "raptus" si potrebbe oggi tradurre, a seconda delle categorie psicopatologiche in cui si verifica, nei seguenti modi: - REAZIONE A CORTO CIRCUITO, negli psicopatici disforici, impulsivi, labili d'umore, asociali, esplosivi; - ACTING-OUT nelle nevrosi di carattere o nella nevrosi ossessivocompulsiva. Sia nel primo sia nel secondo caso, la manifestazione comportamentale è la traduzione di una scarica emotivo-affettiva improvvisa, a patogenesi conflittuale o meno; la coscienza è conservata o lievemente obnubilata in via del tutto transitoria. - RAPTUS ANSIOSO propriamente detto, quale si nota nelle reazioni nevrotiche acute; si tratta di crisi acute di angoscia in cui concomitano stato confusionale o crepuscolare, emergenze impulsive, dismnesie o amnesie per l'episodio critico; - si parla invece di AUTOMATISMO PSICOTICO NELLE BOUFFÈES DELIRANTI (raptus melancholicus e raptus schizofrenico) e nelle sindromi confusionali. In questi casi l'atto avviene in una condizione onirica o oniroide, con compromissione più o meno accentuata dello stato di coscienza e ricordo parziale o più o meno frammentario, quando non assente. - AUTOMATISMO ALLUCINATORIO è quello che può essere presente nel corso di una sindrome confusionale o nel contesto di un episodio dissociativo acuto o nel corso di una schizofrenia, come espressione di allucinazione psichica (di cui è noto il carattere imperativo); - IMPULSO PATOLOGICO, infine, è il passaggio all'atto che si osserva nelle psicosi organiche (specie epilettiche, etiliche e demenziali) e nelle insufficienze mentali. Gli obsoleti discorsi del raptus, in altre parole, sono riassorbibili nell’ampio, complesso problema del “REATO D’IMPETO”.