MARCO PICCOLO

C'E' BISOGNO DI SERIAL KILLER


CORSIVO DELLA SERA OSSESSIONE OMICIDA
La signora che macella gli aspiranti mariti e ne fa salsicce, la suocera diabolica, il marito assassino per gelosia, l'americana presunta avvelenatrice nella Londra della regina Vittoria. Gli autori di "true crimes" setacciavano gli schedari della polizia e tracciavano asciutte icone letterarie, affascinati della casualità e normalita' del delitto. I lettori divoravano storie, seguivano processi (nessun cinema, come quello americano, è riuscito a esprimere l'estetica del dibattimento in aula), inorridivano, pensando di diventare potenziali vittime. Oggi i pulp magazine soccombono nell'assedio della sbrigativa tv. Ma i serial killer trovano ancora generosa ospitalità nel romanzo. A dimostrare che di loro c'è ancora bisogno, l'Oscar, il puritanissimo carrozzone dell'Oscar, ha assegnato per la prima volta la statuetta d'oro alla storia di uno psicopatico cannibale, con la faccia inquietante eppur simpatica di Anthony Hopkins. E dopo quasi 100 anni di forzata assenza dalla Pravda e dagli altri mass-media rossi, anche gli psicopatici russi hanno cominciato a insinuarsi negli incubi della collettività.